Tutta colpa della politica. Se due anni fa il mese che precedette la tornata elettorale fu vissuto dagli italiani con una partecipazione viva ai dibattiti, specie quelli televisivi (culminati con il doppio scontro Prodi-Berlusconi), quest’anno l’interesse per il futuro del Paese pare in picchiata, tant’è che gli appuntamenti televisivi pre-elettorali sono tra le cause della crisi d’ascolti di alcune importanti reti televisive. Rai Due, in particolare, è in piena debacle d’ascolti. La rete diretta da Antonio Marano (foto), infatti, si è attestata, per la prima volta negli ultimi anni, all’ultimo posto tra le prime sei reti nazionali, superata persino da Rete 4 e penalizzata da tribune elettorali forse troppo noiose e da flop inattesi, come quello di X Factor.
Un marzo così nero, Marano, comunque, non poteva immaginarselo: l’8,88% di share ottenuto nel giorno medio spinge la sua rete, addirittura, alle spalle di Rete 4, che ha ottenuto l’8,97%, grazie alla sua programmazione più leggera ed i suoi “filmissimi”. In Rai, però, le cose non vanno bene nemmeno per l’ammiraglia. Nel prime time, infatti, Rai Uno ha perso, rispetto al mese di febbraio, due punti percentuali, attestandosi su uno stanco 21% di share. Addirittura cinque sono, invece, i punti percentuali persi in seconda serata (18,4%), a testimonianza che le trasmissioni politiche, Porta a Porta in testa, non godono più dello stesso appeal di due anni fa. L’unica rete pubblica che tiene è Rai Tre, stabile al 10%, i cui spettatori, più fedeli e politicizzati, continuano a seguirla un po’ come i seguaci del Pci d’un tempo seguivano i dettami del partito.
Chiaramente, a guadagnarci da questa debacle delle reti Rai è il palinsesto più leggero e spensierato di Mediaset, che alle elezioni ha destinato ben poco spazio (Matrix a parte), in favore di trasmissioni come “Grande Fratello”, “Lo show dei record” ed “Amici”. Canale 5, a marzo, ha battuto stabilmente Rai Uno nel prime time, con una media del 23% di share, anche se nel giorno medio è ancora la rete simbolo del servizio pubblico a spuntarla, con un vantaggio dello 0,9%. Nel computo delle reti, però, Mediaset la spunta sia nel prime time che in seconda serata, dove il divario si fa abissale: 44,47% contro 35,45%.
Il terzo polo della tv, al centro di alcuni rumors che vorrebbero l’amministratore delegato, Antonio Campo Dall’Orto vicino all’addio, si attesta attorno al 3% nel giorno medio, con risultati pressoché invariati in prima serata ed un leggero incremento dalle 22.30 in poi.
Passando, infine, al cosiddetto nanoshare, la syndication 7 Gold supera, oramai stabilmente, l’1%, con Canale Italia, punta di diamante, che ottiene lo 0,34% nel prime time e lo 0,52% in seconda serata. Stabile Sky, con il suo 4% di media in prima serata ed il 3,3% nell’arco della giornata, nonostante la lieve flessione di Sky Tg 24, anch’esso penalizzato dalla disaffezione degli italiani nei confronti della politica. In attesa, infine, che Rai Sat assuma una dimensione importante ed a se stante dal punto di vista dei dati Auditel, la piazza d’onore delle satellitari spetta a Fox (1,5%), mentre l’ultimo gradino del podio va a Disney Channel (0,73%). (Giuseppe Colucci per NL)