Dall’UE una ‘strigliata’ sugli spot in Tv

Dopo 17 mesi di analisi dei programmi di Rai, Mediaset e La7, la Commissione Europea ha elaborato un rapporto (di 381 pagine) in cui denuncia “numerose infrazioni” da parte di Rai, La 7 ma soprattutto di Mediaset della normativa in materia di spot


da Millecanali

Polemiche reazioni da parte del gruppo di Berlusconi e successivi chiarimenti dell’Autorità.

L’analisi della Commissione Europea sulle interruzioni pubblicitarie nei programmi televisivi, affidata alla società specializzata GFK Audimetrie, riguarda il periodo che va da febbraio 2005 a luglio 2006; per i primi due mesi la programmazione dei tre gruppi Tv è stata monitorata 24 su 24, mentre nel periodo successivo l’analisi è stata effettuata a campione (una settimana al mese).
Le regole europee in materia di spot dicono che un’emittente può mandare in onda gli spot ogni 20 minuti; per i Tg le interruzioni pubblicitarie possono arrivare solo dopo 30 minuti; nelle partite di calcio si possono mandare in onda ‘minispot’ solo nelle pause di gioco che l’arbitro fa poi recuperare alla fine del primo o del secondo tempo, mentre i film possono essere interrotti una prima volta dopo 45 minuti di programmazione e una seconda dopo altri 45, mentre, se poi il film è lungo, la terza interruzione può avvenire solo dopo altri 20 minuti.

Ebbene, nel primo periodo di monitoraggio (i due mesi di cui sopra), le violazioni per l’inserimento di minispot nelle partite sarebbero state 12 da parte di Mediaset (10 su Italia 1), 5 per la Rai e 1 per La7. Molto più alte, ovvero 94 (sempre nei soliti due mesi), le infrazioni contestate alle reti Mediaset per le interruzioni pubblicitarie nei film: le disposizioni sarebbero state aggirate – come rilevato a suo tempo anche dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni – inserendo spot anche in altri tipi di programmi (come TgCom e Meteo) messi in onda tra primo e secondo tempo dei film.
Ma c’è dell’altro: se si considera l’intervallo minimo di venti minuti tra un gruppo di spot e l’altro, le violazioni delle norme sarebbero state 219 su Canale 5, 114 su Retequattro, 69 su Italia 1 e 41 su La7 in appena 60 giorni circa. Infine, 44 le violazioni imputate in tema di pubblicità al Tg5, mentre in tema di tempo limite quotidiano per spot e televendite Canale 5 avrebbe sforato, per 32 volte, il tetto del 15% per i soli spot; infranto spesso anche il limite di affollamento orario.
Il rapporto della Commissione UE è stato anche ‘documentato’ su DVD: qui trova posto una serie di video rappresentativi delle infrazioni in oggetto, da “Verissimo” di Canale 5 fino (anche) a “Music farm” di RaiDue. Ora il Ministro delle Comunicazioni Gentiloni ha tempo all’incirca fino a fine aprile per rispondere alle ‘contestazioni’ UE con gli opportuni chiarimenti.

Da parte sua Mediaset si è difesa con alcune dichiarazioni di Gina Nieri, membro del Cda, sulle pagine de ‘Il sole 24 Ore’ e con un comunicato ufficiale.
«Mediaset rispetta puntualmente le leggi e i regolamenti sulle pubblicità – ha detto la Nieri – . Abbiamo dovuto pagare sanzioni di centinaia di migliaia di euro prima di chiarire alcuni aspetti specifici delle interruzioni commerciali in Televisione ma le infrazioni dalle quali abbiamo avuto informazioni dalla stampa non esistono, sono zero alla luce dei regolamenti in vigore in Italia».
“Mediaset e Telecom Italia Media, i principali editori italiani di Tv commerciale – si legge invece nella nota Mediaset – , hanno proposto all’Autorità per le comunicazioni un codice di autodisciplina pubblicitaria su cui l’Agcom ha già espresso una valutazione favorevole, indicando alcune modifiche che le Imprese hanno immediatamente recepito. Tanto che l’Autorità si appresta a varare la delibera sul codice stesso. Questa è la realtà dei fatti. Respingiamo pertanto ogni insinuazione strumentale circa lo scarso rispetto della disciplina comunitaria e nazionale da parte di Mediaset”.

Era doveroso a questo punto un intervento chiarificatore dell’Autorità. E il suo presidente Corrado Calabrò non si è sottratto. Calabrò ha specificato che i periodi a cui si riferisce la ricerca Ue “sono tutti pregressi; si tratta di violazioni già sanzionate o risolte alla radice con appositi regolamenti, come per i minispot durante le partite di calcio”. “Attualmente – ha spiegato il presidente dell’Authority – la situazione è decisamente migliorata, gli sforamenti sono diminuiti e comunque interveniamo in modo costante e continuo”.
Per i minispot nelle partite, “l’Agcom ha realizzato un regolamento nel luglio del 2005 e da allora non ci sono state più infrazioni”.
L’unico problema ancora in piedi sarebbe quello del limite quotidiano di spot e televendite, che prevede peraltro soglie diverse per Rai e Tv private: “Qui c’è un problema tecnico di conteggio, perché esiste il cosiddetto ‘frame nero’, ovvero lo spazio di buio impercettibile all’occhio umano ma registrato da strumenti tecnici adeguati, che divide uno spot dall’altro”.
Più complessa, invece, la questione dell’interruzione dei film. “In passato – ha detto Calabrò – abbiamo già erogato a Mediaset diverse multe: il 29 marzo 2006, 50 mila euro; l’8 giugno, 65 mila euro; il 23 novembre, 625 mila euro. E non abbiamo ritenuto accettabile il codice di autoregolamentazione in materia pubblicitaria che ci hanno proposto Mediaset e La7. Il nuovo codice di autoregolamentazione è attualmente sotto esame”.

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