Parole d’ammirazione, appelli per un ripensamento, applausi a scena aperta. Così l’addio di Antonio Campo Dall’Orto (ufficializzato lo scorso 18 aprile dopo l’annuncio del cambio dirigenziale ai vertici dell’azienda, ndr) alla direzione di La7 è stato accolto dagli artisti, conduttori e giornalisti che proprio lui, con la sua arte ammaliatrice, aveva contribuito a portare a La7, trasformando l’emittente di proprietà di Telecom Italia Media in una vera voce libera del panorama televisivo italiano. Sotto la sua direzione, dall’ottobre 2005, molte cose erano cambiate in rete. Anzitutto i volti: Crozza, Lerner, Bignardi, Chimabretti, Luttazzi. Poi, le polemiche per la cacciata del conduttore di “Decameron”, dopo alcune battute irriguardose nei confronti di Giuliano Ferrara. Ma questo non era bastato per scalfire il rapporto di Antonio Campo Dall’Orto (foto) con i professionisti di La7 che oggi, all’unisono, lanciano un coro di elogi per il giovane, ormai ex, direttore di rete.
“Ho grandissime stima per Antonio e mi dispiace che abbia lasciato la direzione operativa di La7 – sostiene Giuliano Ferrera, uno dei volti simbolo di La7, con il suo “Otto e mezzo”, attualmente in pausa dalla tv – ma lui è come me, all’americana: l’editore decide”. E non è chiaro se la decisione in tal senso sia stata concordata o meno, ma tant’è: ogni qualvolta cambino i vertici di un’azienda è piuttosto normale assistere a scelte di questo tipo. “Dispiaciutissima per Campo Dall’Orto, grande professionista pieno di energia – ribatte con un po’ più d’ottimismo Ritanna Armeni, co-conduttorice di “Otto e mezzo”, attualmente volto principale della trasmissione – ora però non sono pessimista per il futuro: credo ci sia l’intenzione di rilanciare l’azienda”. E per farlo è stato nominato Giovanni Stella come nuovo capo azienda e vice presidente esecutivo di Telecom Italia Media. Anche Chiambretti, comunque, bofonchia e mostra il proprio disappunto per la decisione del direttore di rete: “Il rapporto con Antonio Campo Dall’Orto è stato molto intenso sia dal punto di vista professionale che umano. Il fatto che non ci sia più lui cambia il panorama dei rapporti tra me e l’azienda, che non ho mai frequentato se non attraverso Antonio. Il fatto che non ci sia più lui è un forte handicap per le prospettive future”. Anche Daria Bignardi, infine, si unisce al coro di “Antonio, ripensaci”: “Credo che l’identità forte di La7 sia dovuta a lui. […] In questi anni ho avuto modo di apprezzare il suo stile, l’etica del lavoro, perciò rimango ancor più stupita e perplessa se una persona con queste qualità lascia”. E, di certo, non è l’unica. (Giuseppe Colucci per NL)