Le accuse sono gravi, gravissime. Le parti chiamate in causa sono nientemeno che quelle che per mezzo secolo hanno dominato e rischiato di far saltare in aria l’intero pianeta. I fatti citati sono eventi storici di portata enorme. Lo spunto, solo una fiction, trasmessa da Canale5 domenica scorsa, dedicata al Generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Dalle pagine di “ItaliaOggi” è stato lanciato un nfuocato “j’accuse” da parte del giornalista Piero Laporta nei confronti di chi, nello scrivere e girare la pellicola televisiva, avrebbe omesso stralci di storia tanto importanti quanto impossibili da trascurare per descrivere la storia che ha portato all’assassinio di Dalla Chiesa. La colpevole noncuranza di chi allora governava lo Stato (la Dc e Ciriaco de Mita in particolare) nel negare la scorta al Generale è, certamente, uno dei cardini intorno al quale ruota la storia dell’omicidio ma, secondo quanto questo giornalista informato dei fatti afferma, ci sarebbero altri particolari ugualmente importanti che avrebbero dato origine alla storia. E che la fiction di Mediaset avrebbe dimenticato, colpevolmente, di ricordare.
Secondo quanto affermato da Laporta su “ItaliaOggi”, alla radice del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro ci sarebbero una serie di avvenimenti sui quali sarebbe stato mantenuto per anni un colpevole riserbo. In primis, un presunto attentato ai danni di Enrico Berlinguer da parte dei servizi segreti bulgari, ai quali non sarebbe andata giù la possibilità del “compromesso storico”, durante una sua visita a Sofia, dal quale, a detta del giornalista, avrebbe tratto origine anche l’avvenimento di Via Fani.
Il rapimento di Aldo Moro che, secondo la teoria complottistica di Laporta (evidentemente informato su fatti dei quali la maggioranza degli italiani ignora l’esistenza), era tra i pochissimi a conoscenza del terribile segreto dell’attentato mal riuscito a Berlinguer, sarebbe stato orchestrato dall’Unione Sovietica, che avrebbe inviato propri emissari presenti, con ruolo più che attivo, sul luogo del delitto in Via Fani. Sarebbe stato un cecchino russo, infatti, ad uccidere quattro dei cinque agenti della scorta di Moro (per descrizioni più dettagliate degli avvenimenti invitiamo a leggere l’interessante articolo che si trova su “ItaliaOggi” del 13 settembre a pagina 7), con i brigatisti che avrebbero “semplicemente” prelevato Aldo Moro per portarlo nel bunker di Via Montalcini.
L’ultima nota di Laporta è riferita, infine, all’omicidio di Roberto Peci da parte delle Br. Secondo il cronista, il fratello di Patrizio Peci non sarebbe stato ucciso, come mostrato nella fiction, con un colpo di postola alla testa mentre era in macchina in un parcheggio, bensì al termine di un rapimento con tanto di torture e pseudo-processo “in stile talebano”.
Insomma, è noto come le ricostruzioni storiche fatte da autori cinematografici e televisivi non siano sempre fedeli ai fatti accaduti ma debbano andare in direzione di un maggiore appeal verso il pubblico, finendo per risultare sempre più sensazionalistiche degli avvenimenti reali. In questo caso, se le accuse di Laporta risultassero vere, sarebbe stato attuato il procedimento opposto. Ma perché? (Giuseppe Colucci per NL)