All’edizione 2010 della D8 – All Things Digital Conference, l’esile Steve Jobs ha fatto il suo ingresso, come sempre in t-shirt nera e jeans, sul discorso carico di intenzioni di Rupert Murdoch: “Vediamo queste aziende all’avanguardia (Apple) come dei partner".
"In poche settimane Apple ha venduto 2 milioni di iPad (o come dice Jobs, uno ogni tre secondi) e ora la concorrenza di tutto il mondo annuncerà prodotti simili e la produzione (di dispositivi simili) inizierà ovunque. Quest’anno il Wall Street Journal è uno dei primi 25 giornali con la maggior crescita. E parte di questa crescita è dovuta agli abbonati online, molti sono possessori di iPad”. Parole chiare quelle del tycoon australiano, che continua a spingere nella direzione dei contenuti a pagamento, anche attraverso la tanto sperata collaborazione con Apple. E stando a quanto confermato da Jobs nell’intervista con i giornalisti del Wall Street Journal Kara Swisher e Walt Mossberg, questa cooperazione è più che mai necessaria, in un momento in cui l’utenza sembra sempre più disposta a pagare per poter disporre di contenuti e prodotti di qualità. Infatti, spiega ancora Jobs durante l’intervista: “Non voglio vedere la nostra nazione basata sui blogger. Penso che al momento ci sia bisogno di editori più che mai”. Del resto, la qualità che ha sempre contraddistinto i prodotti della mela morsicata non potrebbe mai camminare in senso opposto a quella dei quotidiani di alto livello come quelli di Newscorp. Ragion per cui sono in molti ad intravedere un futuro roseo nella possibile collaborazione Jobs/Murdoch e, in particolare, nella soluzione di agganciare i contenuti online a pagamento di Wall Street Journal e Times all’iPad. Anche perché il tablet pc di Apple, forse più di ogni altro, rappresenta l’esperienza digitale nel migliore dei modi. Un’esperienza digitale estremamente leggera, da sfogliare e capovolgere, nonché in modalità wifi. (M.M. per NL)