Contro lo strapotere di Microsoft si erano già schierati alcuni paesi asiatici e sudamericani, con in testa il Venezuela di Hugo Chavez che, appena un anno fa, aveva scelto il software libero come sistema operativo ufficiale per la propria pubblica amministrazione. Tra i sostenitori del software libero, però, non poteva mancare Cuba.
L’isola caraibica, che nelle ultime settimane ha rivisto dopo oltre un anno immagini del proprio leader maximo, Fidel Castro (foto), ha scelto di appoggiare il mondo dell’open source e di adottare Linux come software per la pubblica amministrazione, cosa che contribuirà a far risparmiare cifre considerevoli nel computo dei costi dello Stato. Non solo, il governo ha anche intrapreso una campagna d’informazione rivolta ai giovani per farli avvicinare al sistema Linux: già dal 2005, infatti, per i giovani cubani appassionati d’informatica ed elettronica, sono stati organizzati corsi di formazione all’uso di questo software, riuscendo a far apprendere a 3.884 ragazzi l’uso di Linux. Anche dal punto di vista informatico, la repubblica socialista cubana ha scelto di intraprendere la strada dell’autonomia. (Giuseppe Colucci per NL)