Yoani Sanchez, per i pochi che non lo sapessero, è una blogger cubana, attivissima nella difesa dei diritti umani, che da qualche anno tiene il blog più seguito sull’isola (e da parte dei cubani emigrati), Generaciòn Y.
La Sanchez combatte con le violazioni delle libertà individuali perpetrate dal governo castrista, che la osteggia, la ostacola, le rende la vita un inferno. Ma lei resiste. Figurarsi che nel maggio 2008 era stata invitata a Madrid per ritirare un premio molto prestigioso, proprio per la sua attività di blogger, ma le autorità governative non le avevano rilasciato il visto necessario a lasciare l’isola, adducendo fantomatici problemi burocratici. Questo piccolo preambolo era utile perché, nonostante oggi s’invochi la diffusione sui media delle battaglie della Sanchez, sui mezzi di comunicazione mainstream regna il più assoluto silenzio circa ciò che lei ed un manipolo di blogger che, come lei, giornalmente sfidano il potere rivoluzionario, fanno per rendere noto al mondo come vanno le cose su quell’isola anacronistica che è la stanca Cuba del 2009. Perché, invece, oggi tutti invocano giustizia ed esprimono solidarietà per Yoani Sanchez? Perché ieri è stata diffusa in Europa la notizia che la celebre blogger sarebbe stata sequestrata, picchiata e minacciata da due uomini in borghese, probabilmente legati ai servizi segreti o alla polizia di stato cubana. Yoani era insieme al suo “collega” Orlando Luis Pardo: i due si stavano recando assieme ad una manifestazione contro la violenza nella capitale dell’isola, L’Avana, quando sarebbero stati avvicinati da due uomini in borghese, presi con la forza e caricati in macchina. Qui sarebbero stati malmenati e minacciati. “Pensavo che non ne sarei uscita viva – spiega all’ANSA la blogger – Mi hanno tolto i vestiti, mi hanno messo le gambe verso l’alto e la testa in giù per caricarmi in macchina”. Poi continua: “Con un ginocchio mi facevano forza contro il petto e io gli stringevo i testicoli. Poi mi hanno picchiato in testa. E’ stato un sequestro nel peggior stile della camorra. Mi hanno detto: Fino a qui sei arrivata. Non farai più niente”. Da ogni dove, nel nostro paese, sono giunti attestati di stima e di solidarietà per Yoani Sanchez (ma non per il suo “povero” collega, Pardo), con l’invito a non mollare. Come sempre accade quando succedono fatti di questo genere. La Fnsi esprime solidarietà ed invoca che lo facciano anche i giornalisti sulle proprie testate, mentre il portale Articolo21 arriva persino a rivolgere un appello al presidente americano Obama: liberare i “cinque detenuti cubani”, a loro parere ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti. Occorrerebbe davvero vedere che tipo di reazione avrebbe il governo di Castro di fronte ad un segnale così forte mandato dall’amministrazione americana. Il lìder maximo ed il suo entourage, infatti, hanno fatto di questi cinque esuli prigionieri (la maggior parte dei quali erano spie negli USA) dei martiri della rivoluzione e un ottimo argomento per puntare il dito contro il “nemico imperialista”. Argomento, per consistenza, secondo solo alle accuse rivolte all’America (questa volta giustamente) per il famoso “bloqueo”, l’embargo che da oltre quarant’anni gli USA applicano nei confronti di Cuba. Sarebbe uno choc, comunque, per Castro, che dovrebbe a quel punto accettare l’idea di non poter più demonizzare il nemico come anacronisticamente continua a fare, senza dare nessuna spinta propositiva dall’interno per cambiare le cose in un Paese che oramai vive ai margini del mondo da quando l’Unione Sovietica ha abbandonato il suo protettorato. Quelli di Articolo21, comunque, invocano anche solidarietà per Yoani Sanchez e tutti quei giornalisti, scrittori e blogger che, come lei, sono “costretti al silenzio e all’esilio”. Infine, un appello ai media italiani, perché trovino “i modi e le forme per dare spazio alle denunce di Yoani Sanchez e dei suoi collaboratori”. Come ogni settimana fa l’ottimo settimanale “Internazionale”, che riporta e traduce articoli e reportage presi dai giornali di tutto il mondo, dando l’impressione a chi legge di poter davvero capire un po’ di più come vanno le cose là fuori. Yoani Sanchez tiene una rubrica settimanale su Internazionale. (G.M. per NL)