Cuba, blogger vince un premio giornalistico ma non può ritiralo: lo Stato non le concede il visto

Yoani Sanchez è l’autrice del blog più famoso della “isla”: si chiama “Generaciòn Y” e parla di malgoverno e problemi economici


Da pochi mesi Raùl Castro ha preso il posto del fratello maggiore Fidèl alla guida di Cuba, uno dei paesi più discussi, denigrati, ma da alcuni anche amati, facente parte della folta lista redatta dagli Stati Uniti degli “Stati canaglia”. Al momento del suo insediamento, il buon Raùl, aspetto buffo e temperamento mite, aveva promesso una svolta: si cambia pagina, via alle liberalizzazioni.
Como sempre accade, i critici e la gente comune si erano divisi tra chi, ingenuamente, credeva nel cambiamento e chi, invece, non ci avrebbe scommesso un centesimo. I secondi, inutile dirlo, hanno avuto ragione. O meglio, i cambiamenti ci sono stati, eccome, ma come spesso accade a Cuba, sono rimasti ad un livello formale: il popolo non ne ha minimamente beneficiato. Certo, per capire determinate cose occorre osservarle dall’interno e invece, ogni qual volta si discuta di Cuba, si parla solo per partiti presi. Comunque, a volte, alcuni casi di cronaca aiutano a comprendere le situazioni.
Ieri, infatti, a Madrid si consegnava il premio giornalistico intitolato al filosofo spagnolo Ortega y Gasset ed assegnato dal quotidiano “El Paìs”. Una delle vincitrici era la blogger cubana Yoani Sanchez (foto), una delle voci dissidenti (o quasi) più famose dell’isola caraibica. La Sanchez fa parte della cosiddetta “generazione Y” dei giovani cubani nati tra gli anni settanta e ottanta che hanno scelto di scontrarsi contro le ristrettezze del regime, facendolo dall’interno. È responsabile, inoltre, del blog “Generaciòn Y” (certamente il più famoso a Cuba, per chi può accedervi e per chi no), dove da poco più di un anno porta avanti battaglie contro le ristrettezze economiche, sociali e dell’informazione, imposte dallo Stato. Il premio ieri è stato consegnato, il nome di Yoani Sanchez scandito a chiare lettere, ma di Yoani neanche l’ombra. Il governo cubano non le avrebbe concesso il visto per espatriare (i cubani, per uscire dall’isola, hanno bisogno di un visto che il governo decide di concedere o meno a secondo della “condotta” politica del richiedente), anzi, secondo quanto riferito dalla stessa blogger, avrebbe completamente ignorato la sua richiesta, impedendole di presenziare alla premiazione e perdendo l’ennesima occasione per mostrare al mondo un briciolo di cambiamneto. Alla faccia delle aperture. (Giuseppe Colucci per NL)

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