(Il Velino) – Nel febbraio del 2007 gli abitanti di via Chiusdino – che sorge in un’area compresa fra la Magliana, il Trullo e Corviale – preoccupati per la notizia che un loro vicino stava eseguendo lavori nel proprio giardino per l’installazione di una mega-antenna di telefonia mobile, alta 28 metri, organizzarono una manifestazione alla quale cui parteciparono diversi cittadini e consiglieri municipali di maggioranza e opposizione. Riuscirono così a impedire l’accesso ai mezzi della H3G che dovevano posizionare il traliccio. Vincendo poi la loro battaglia, dal momento che al termine di un tavolo con il XV Municipio la compagnia telefonica accettò di ricollocare l’impianto in un’area ritenuta più compatibile per l’assenza di insediamenti abitati. Ma quando sembrava che tutto si fosse concluso, la doccia fredda per i partecipanti a quella manifestazione: il pubblico ministero Mario Ardigò, infatti, valutata la relazione sui fatti, ha ritenuto di contestare il reato di concorso in violenza privata, chiudendo l’indagine con la richiesta di rinvio a giudizio per 19 cittadini.
L’accusa nei loro confronti è di violenza privata. Secondo quanto si legge nella notifica di rinvio a giudizio, infatti, i residenti “in concorso tra loro e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, attuato nel quadro di una manifestazione di protesta” impedirono “la costruzione e attivazione di un impianto ricetrasmittente al servizio di una rete di telefonia cellulare, ritenendo sussistente un pericolo per la salute pubblica”. Manifestazione attuata, secondo il magistrato, “nonostante l’infondatezza di tale timore, in quanto si trattava di attività autorizzata dalle autorità competenti”. Insomma, se la compagnia H3G aveva ricevuto il via libera, non c’era ragione di allarmarsi per i rischi da inquinamento elettromagnetico. “Una decisione surreale”, secondo il coordinatore dei comitati romani contro elettrosmog, Giuseppe Teodoro, che ha promesso di intervenire al processo per testimoniare sullo svolgimento dei fatti e dimostrare la fondatezza dei timori per la salute pubblica nei confronti dell’elettrosmog. “Fummo identificati anche noi consiglieri municipali del XV (Teodoro all’epoca era rappresentanti dei Verdi in Consiglio, ndr), eppure per nessuno di noi si è deciso di procedere. Ci auguriamo che il presidente del XV Municipio, Gianni Paris, e la sua giunta rompano il muro di silenzio e decidano di schierare il municipio a fianco delle legittime ragioni avanzate dai cittadini”. (Paolo Fantauzzi) 26 gen 2009 10:57