Con un atto legislativo che concede ai ministri la facolta’ di procedere alla chiusura o alla fusione di Enti pubblici, il governo greco ha deciso oggi la sospensione dell’attivita dell’azienda radio-televisiva pubblica Ert (Elliniki Radiofonia ke Tileorasi) con il conseguente licenziamento di tutti i suoi 2.780 dipendenti.
La drastica decisione, che non manchera’ di suscitare proteste e polemiche, e’ stata annunciata dal portavoce del governo, Simos Kedikoglou, e rientra nell’ambito del programma delle privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale, riforma considerata indispensabile dalla troika (Fmi, Ue e Bce) per continuare a garantire gli aiuti necessari al risanamento dell’economia greca. ”Le trasmissioni saranno interrotte a partire da questa notte – ha detto il portavoce -. In seguito sara’ creato un nuovo e piu’ moderno ente radiotelevisivo che non sara’ piu’ controllato dallo Stato e funzionera’ con meno personale’‘. ”In un periodo di crisi in cui tutto il popolo greco sta sopportando grandi sacrifici si deve agire senza ritardi. Se vogliamo uscire dalla crisi – ha detto Kedikoglou -, dobbiamo lavorare nella trasparenza e senza sprechi”. La Ert – che e’ sovvenzionata dallo Stato e anche da un canone che i cittadini pagano con la bolletta dell’elettricita’ – ha un numero di dipendenti da tre a otto volte superiore a quello che dovrebbe, oltre a disporre di una vasta proprieta’ immobiliare che non viene sfruttata al meglio. La Ert introita circa 300 milioni di euro l’anno e comprende cinque stazioni televisive (ET1, Net, ET3, Ert World e Ert HD), 29 radiostazioni, siti web, un settimanale, oltre all’Orchestra Sinfonica nazionale e l’Orchestra di Musica contemporanea. Non e’ ancora chiaro quanti dipendenti saranno riassunti nel nuovo ente, ma il portavoce ha assicurato che coloro che perderanno il posto di lavoro saranno indennizzati mentre circa 700 di essi potranno andare in pensione anticipata. La questione della chiusura dell’azienda radio-televisiva statale e’ destinata a mettere di nuovo a dura prova i gia’ tesi rapporti tra i partiti della coalizione governativa dal momento che sia il Pasok (socialista) sia Sinistra Democratica si sono subito dichiarati contrari alla decisione del governo. (ANSA)
Secondo i giornali, il primo ministro Antonis Samaras (di Nea Dimokratia, centro-destra) ne aveva parlato ieri sera con i leader dei due partiti – Evanghelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica) – ed entrambi si erano opposti alla misura che, tra l’altro, fa parte di quelle riforme che i rappresentanti dei creditori internazionali considerano una condizione ‘sine qua non’ per continuare a garantire al Paese l’aiuto finanziario necessario alla ripresa economica.