La crisi della stampa internazionale è ancora in corso. L’ennesimo segnale allarmante arriva dal quotidiano The Independent, che ha raccolto le dichiarazioni di Gannett (editore, tra gli altri, di Usa Today) per fare un punto della situazione.
E trattandosi di Gannett possiamo stare certi che i dati sono significativi. La compagnia è, infatti, la più grande casa editrice di quotidiani negli States (con circa 950 quotidiani), nonché la proprietaria del britannico Newsquest Media Group, che a sua volte possiede oltre duecento testate tra cui The Herald scozzese. Stando ai dati comunicati da Gannet, dunque, gli introiti pubblicitari dei quotidiani, nel terzo trimestre del 2009, sarebbero scesi del 26% in Usa e addirittura del 28,7% nel Regno Unito (nel caso britannico i dati riguardano solo i quotidiani della Newsquest Media Group). La situazione rimane quindi molto grave, anche se il tasso di declino sembrerebbe lievemente in calo e potrebbe lasciare qualche speranza in più per il futuro. Sempre secondo Gannet, il piccolo miglioramento registrato fa pensare che il periodo più nero di crisi economica sia ormai passato. E che il panico post-Lehman Brothers non terrorizzi più gli investitori, la cui ripresa rimane comunque faticosa. La compagnia è comunque stata costretta, nel corso dell’estate, a licenziare altri 1400 dipendenti, che costituiscono il 3% dell’attuale forza lavoro (a cui va aggiunto un altro 10% di tagli che risale al 2008). Parallelamente si è cercato, dove possibile, di tagliare anche i costi di produzione della carta stampata. Ma la questione rimane ancora molto pesante. A tutto ciò si aggiunga che Gannett ha recentemente subito lo smacco dal Wall Street Journal di Rupert Murdoch che, secondo le anticipazioni rilasciate dall’Audit Bureau of Circulations, sarebbe passato al primo posto nella classifica dei quotidiani più diffusi negli Usa. Secondo Gannett, il cui Usa Today è stato in cima alla classifica per anni, il dato è da prendere con le pinze. Infatti, bisogna ricordare che i conteggi relativi alla diffusione del Wsj includono anche il numero di abbonati all’edizione online, mentre quelli di Usa Today non tengono ancora conto del gran numero di copie diffuse gratuitamente negli hotel, dettaglio naturalmente molto caro a Gannet. (Marco Menoncello per NL)