E’ di 140 milioni di Euro il taglio dei costi comunicato ufficialmente il 6 luglio dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo Editoriale l’Espresso Spa (circa il 17% dei costi sostenuti dal gruppo nel 2008). Il fine è quello di adattare le scelte economiche della società allo stato di crisi in cui l’intero settore versa, caratterizzato dalla forte contrazione degli investimenti pubblicitari: primaria fonte di sostegno delle imprese editoriali. Gli interventi previsti dal progetto non toccheranno la fisionomia e la qualità dei prodotti (anzi, si prevedono ulteriori investimenti in risorse e tecnologia, soprattutto per Repubblica.it), ma sarà indirizzata verso le attività ritenute poco redditizie: foliazione e formati delle varie testate in primis. Questo, insieme alla previsione di una maggiore intensificazione delle sinergie tra La Repubblica e le testate locali, dovrebbe garantire un abbattimento dei costi industriali di circa il 22% rispetto al 2008. Un ulteriore risparmio di circa il 15% rispetto all’anno scorso dovrebbe essere garantito dalla riduzione delle spese nell’ambito redazionale, di gestione e di amministrazione delle varie testate. Si parla anche, ma le voci non sono confermate, di tagli al personale, sia poligrafico sia giornalistico, che arriverebbero fino a 60 unità solo per il quotidiano. Per ora il sindacato non si esprime: dopo l’incontro del management con il CDR, che di fatto ha aperto la trattativa sindacale, si è tenuta ieri l’assemblea dei redattori per la discussione del problema. Tutto sembra evidenziare che non sarà di facile soluzione e che i benefici previsti dal CDA dal piano di riduzione dei costi dispiegherà i suoi effetti non prima del 2011 e non già l’anno prossimo, come inizialmente previsto dal gruppo editoriale romano. Intanto Piazza Affari ha gradito il piano d’intervento: all’annuncio ufficiale del programma di risanamento il titolo è schizzato a + 5,27% già nelle prime ore di contrattazione, raggiungendo punte del 6%. Anche gli analisti di Chevreux hanno alzato le previsioni di Eps (utile per azione) sia per il 2009 (+ 17%) sia per il 2010 (+52%), mentre Banca Akros migliora il giudizio sul titolo alzandolo da “sell” (vendere) a “hold” (mantenere in portafoglio). (G.M. per NL)