Non è vero che i fatturati delle radio sono tutti in discesa per via della crisi. In tempi di carestia, c’è ancora chi riesce a mungere anche una vacca magra.
E’ il caso di Radio Radicale, i cui ricavi nel 2012 sono stati di 12,9 mln di euro, contro i 12,7 mln del 2011. Si tratta di un +1,5%, che se confrontato con una media settoriale (per il 2012) del -10% certifica il buono stato delle entrate della radio di Pannella. I quasi 13 milioni di euro sono così ripartiti: 8,4 mln derivano dalla convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico per la ritrasmissione ridondante dei lavori parlamentari (posto che lo Stato già paga per il medesimo servizio RAI GR Parlamento, senza considerare le altre piattaforme distributive) e 4,5 mln dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri quali contributi per l’editoria. Il contratto triennale è stato costantemente rinnovato fino all’anno scorso, quando la proroga fu consentita per un anno, fino al 20/11/2013. Oggi Radio Radicale totalizza 288.000 ascoltatori nel giorno medio (fonte Radio Monitor by Eurisko). Il che si traduce in un costo/contatto annuo a carico dello Stato di quasi 45 euro (la media di una radio commerciale nazionale è tra 5 e 6 euro). Chapeau!