da Franco Abruzzo.it
A seguito dell’assemblea di Rcs MediaGroup, il Comitato di Redazione ha chiesto a Paolo Mieli un incontro per confrontarsi sui temi della qualità e sul modello del giornale, sull’andamento e sulle prospettive di diffusione e vendite, e a Perricone, un chiarimento sulle dichiarazioni rilasciate durante e a margine dell’ assemblea, così come riportate dalle agenzie, quanto ai dati che riguardano l’andamento della testata.
Milano, 29 aprile 2008. A seguito dell’assemblea di Rcs MediaGroup svoltasi ieri, il Comitato di Redazione ha inviato una lettera al direttore Paolo Mieli e una all’amministratore delegato Antonello Perricone. «A Mieli – spiega un comunicato del Cdr – come preannunciato in Redazione nei giorni scorsi, il Comitato ha chiesto un incontro per confrontarsi sui temi della qualità e sul modello del giornale, sull’andamento e sulle prospettive di diffusione e vendite. A Perricone, il CdR ha sollecitato un chiarimento sulle dichiarazioni rilasciate durante e a margine dell’assemblea, così come riportate dalle agenzie, quanto ai dati che riguardano l’andamento della testata. In particolare, si tratta di comprendere i motivi della sua “soddisfazione”, dato che le cifre pubbliche e ufficiali registrano un calo di vendite e di diffusione, una riduzione del margine di distanza rispetto al diretto concorrente e un segno positivo solo sui dati Audipress che indicano il numero dei lettori complessivi».
«Il CdR – continua il comunicato – è consapevole della crisi generalizzata del settore della carta stampata, ma è altresì preoccupato di aspetti specifici che riguardano la nostra testata. Di qui, l’esigenza di un confronto con tutti i naturali interlocutori. Rcs MediaGroup è un gruppo editoriale internazionale multimediale che opera in settori diversi, giornali e libri, radio e tv digitali e satellitari, on line e new media, e dovrebbe sapere cogliere le opportunità offerte da ciascuno di questi strumenti produttivi. Al contrario l’azienda appare spesso lenta e inefficace, come dimostrano i ritardi nel dialogare e trattare con il CdR e con la Redazione sulle nuove tecnologie inazione.
Queste situazioni sono forse dovute anche alla natura anomala dell’azienda dove meno del 15 per cento delle azioni è disponibile sul libero mercato.
Il 63 per cento circa è inglobato in un patto di sindacato di blocco e di consultazione, che raccoglie 15 azionisti e che è stato prorogato fino al 2011; un altro 20 per cento circa è nelle mani di azionisti “in attesa di entrarvi a tempo debito” e che considerano l’investimento strategico. Nessuno di questi azionisti è un editore puro. In questo scenario, la Redazione del Corriere della Sera continuerà a difendere, come ha fatto finora, la propria autonomia e la libertà d’informazione contro ogni forma di pressione e condizionamento. La forza del giornale è nel rapporto fiduciario con i lettori.
Perricone, stando alle agenzie, ha affermato inoltre che verrà tenuta “sotto strettissimo controllo anche l’area dei costi”. È auspicabile che questo lodevole proposito serva a colpire gli sperperi dovuti a investimenti sbagliati e non sia invece un mezzo per penalizzare la qualità del giornale, mentre già si lesinano i mezzi e le risorse per fornire ai giornalisti adeguati strumenti di lavoro.
L’amministratore delegato di Rcs ha infine parlato di un “clima migliorato” fra editori e giornalisti, che hanno aperto nelle scorse settimane la trattativa sul rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, rimasta bloccata per quasi 1200 giorni a causa della scelta arrogante della Fieg di non sedersi neppure al tavolo. Il CdR del Corriere della Sera vigilerà sugli sviluppi futuri del dialogo e fin d’ora conferma che indirizzerà tutto il peso proprio e della Redazione a impedire che si realizzino: lo smantellamento dei diritti acquisiti dei redattori anche in tema di flessibilità e mobilità; lo snaturamento delle figure professionali per creare ibridi giornalistico-amministrativi sotto il diretto controllo degli editori; la destrutturazione del salario e la riforma degli automatismi superstiti; il prosciugamento degli spazi di autonomia decisionale dei CdR e delle redazioni». (www.agendacomunicazione.it)