La sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha votato contro l’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright. Il testo tornerà a essere esaminato e votato dalla prossima sessione plenaria dell’organo legislativo comunitario a settembre.
Il Parlamento europeo si è spaccato in due al voto sulla proposta di direttiva per la riforma. A votare a favore 278 eurodeputati, mentre i no sono stati 318 e 31 gli astenuti.
“Il Parlamento europeo deciderà liberamente la sua posizione in merito alla legge europea sul copyright con l’obiettivo di proteggere l’interesse di tutti i cittadini. Non bisogna interferire con il lavoro del Parlamento e non si devono diffondere informazioni false e demagogiche”, ha commentato in un tweet il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani poco prima del voto in aula.
Ad aver contributo alla disfatta, la durissima protesta posta in atto da Wikipedia, di cui abbiamo dato conto su queste pagine.
“A Strasburgo persa una battaglia di civiltà e giustizia, ha vinto il colonialismo culturale ed economico e la capacità di disinformazione dei giganti della rete”, commenta sul fronte degli sconfitti Confindustria Radio Tv, secondo la quale la “clamorosa bocciatura del testo di direttiva copyright avvenuta oggi a Strasburgo scrive una pagina nera nella storia del nostro Continente, destinata, se non si recupera un testo equilibrato, a umiliare la cultura, la creatività, l’economia stessa delle attività legate alla proprietà intellettuale europea”.
Per Confindustria, dopo la decisione dei parlamentari UE che hanno accordato evidente ragione alla protesta di Wikipedia, “la libertà d’espressione e la democrazia hanno perso a favore di una attività di lobbying non trasparente, operata tramite un utilizzo senza precedenti della rete – una vera e propria persuasione occulta – pesante dal punto di vista dei contenuti e della capacità economica messa in campo. Le voci di centinaia di migliaia di lavoratori, che nei diversi ruoli alimentano la ricchezza e l’industria culturale, creativa e informativa d’Europa e i loro diritti, sono stati sovrastati da una campagna di disinformazione strumentale che ha coperto il valore autentico della posta in gioco: il diritto del lavoro intellettuale, dell’opera dell’ingegno e delle imprese che ne organizzano la produzione a essere remunerati”.
Confindustria Radio Televisioni ritiene che “libertà del web non debba significare saccheggio del lavoro altrui ed ingiusto profitto dei colossi della rete. I diritti della produzione intellettuale sono veri diritti di libertà e di democrazia“.
Sull’altro fronte, quello del partito di Wikipedia, invece, si esulta. “Oggi è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiano anche a livello di Parlamento europeo”, è la dichiarazione di Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico e leader dei Cinquestelle.
“La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l’impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d’espressione e sviluppo economico”.
“Bavaglio alla rete e a Facebook respinto ora a Strasburgo anche grazie al no della Lega: non ci fermeranno“, commenta su Twitter il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. (E.G. per NL)