Identificare inequivocabilmente ogni opera registrata distinguendola da qualunque altra ed inserirla in un database globale di opere audiovisive ai fini di una ordinata tracciabilità delle stesse. Sostanzialmente è l’attività che dal 2003 esercita ISAN-IA (International Agency) con sede a Ginevra, onde (tentare di) scongiurare una eccessivamente blanda protezione del copyright per quanto concerne questo genere di realizzazioni.
Tale ente internazionale, ha finora riconosciuto 8 agenzie in Europa, 3 negli USA, 1 in Australia, 1 in Brasile, adottando un sistema che si uniforma a quelli già operanti per i libri e per marchi e brevetti, assegnando ad ogni realizzazione un inequivocabile codice identificativo che dovrebbe consentire una maggiore protezione da diffusioni non autorizzate.
Su questa linea il progetto presentato durante la 64° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (settembre 2007), alla presenza di Patrick Atallah, Direttore Generale di ISAN-IA, da alcuni rappresentanti dell’allora costituenda ISAN Italia, voluta da ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive), API (Associazione Piccole Medie Imprese), APT (Associazione Produttori Televisivi) e SIAE (Società Italiana Autori ed Editori).
La mission dell’iniziativa portata oramai a compimento, si prefigge la ricostruzione dell’utilizzazione di opere audiovisive, verifiche di vario genere a scopo antipirateria, assistenza alle società collettive di tutela e raccolta di diritti d’autore. A tal fine, il database centrale sarà accessibile a tutti gli operatori dell’industria audiovisiva e potrà essere in grado di fornire informazioni su ogni opera nuova o facente parte del patrimonio audiovisivo nazionale, sul quale si sta lavorando per una graduale registrazione e ricostruzione. Vengono compresi in quest’operazione film, cortometraggi, trailer, prodotti a scopi commerciali, registrazioni di eventi dal vivo, prodotti a scopi educativi e qualsiasi genere di fiction televisiva, dai tv-movie alle soap, dai documentari ai telefilm, includendo anche un singolo episodio di una serie televisiva. Il progetto, a detta degli stessi promotori, potrà essere operativo al massimo entro i primi mesi del 2008. Questo lo scadenzario che si prefiggono i diretti interessati, comunicato in occasione della presentazione del consorzio Axmedis lo scorso 14 dicembre, realizzatore di una piattaforma da 14 milioni di euro (per il 50% finanziata dalla Comunità Europea) adottata da 35 società tra Europa e Asia, che offrirà nuovi strumenti per la produzione, la protezione e la distribuzione di contenuti digitali, come video, audio, pagine web, documenti on line e gestione dei diritti.
Fino ad oggi, in tutto il mondo sono stati attribuiti circa 500.000 codici ISAN (acronimo di International Standard Audiovisual Number), utilizzati per riconoscere inequivocabilmente la registrazione, globalmente riconosciuta, di un’opera audiovisiva inventariata attraverso un unico e permanente numero di riferimento, composto da più segmenti, archiviato in una banca dati centralizzata. La richiesta di tale attribuzione rimane scelta volontaria di ogni produttore o titolare di diritti e lo scopo dell’ISAN non rimane in nessun modo connesso all’attività amministrativa pubblica, né al sistema di riconoscimento dei diritti legali ed economici degli autori e dei produttori audiovisivi, né alla descrizione degli elementi contenutistici dell’opera, ma è finalizzato all’esclusivo scopo di una sistematica identificazione della realizzazione scissa da possibili somiglianze, nel titolo o in altri aspetti fondamentali, con altre dello stesso genere.
La costituzione delle Agenzie nazionali è fortemente incoraggiata dall’Agenzia madre di Ginevra, la quale ne autorizza l’affiliazione in base ad un rigido procedimento standardizzato. L’ iter inizia con una domanda da parte degli interessati che, per essere accreditati presso l’ente di riferimento, devono dimostrare una forte e riconosciuta rappresentatività nel settore di riferimento per quanto concerne il Paese di appartenenza; ecco perché in Italia si è seguita la strada della sinergia tra più enti e soggetti, che prende in questo caso forma in una autonoma società a responsabilità limitata, al fine di dare alla luce un’entità che possa trarre beneficio dal bacino di operatività dei partecipanti. Si prosegue, poi, con l’accurato sviluppo del progetto, realizzato di concerto con gli organi della controllante, che richiede, oltre a mesi di lavoro, anche un consistente impegno in termini di risorse umane, tecnologiche ed economiche, difficilmente sopportabili da un unico soggetto. Infine, ultima fase, l’accettazione e la presentazione ufficiale.
Ciò premesso, giunti agli albori del compimento dell’ambizioso progetto, ora, l’Agenzia di Registrazione italiana necessita della più ampia partecipazione dell’industria della produzione audiovisiva nazionale, senza la cui adesione e collaborazione le finalità di ISAN Italia potranno difficilmente essere realizzate.
Il presidente dell’ APT Fabiano Fagiani, in occasione del cocktail di presentazione della affiliata italiana, lo scorso 4 Settembre, aveva già dichiarato che “la costituzione di un’agenzia ISAN in Italia rientra perfettamente all’interno di uno dei principali compiti dell’ APT, ovvero tutelare i diritti dei produttori indipendenti nei confronti del proliferare degli illeciti e della pirateria audiovisiva” ; ulteriormente, si era premurato di promuovere le intenzioni dell’associazione che lì rappresentava esercitando un’azione morale nei confronti dei produttori affinché aderissero massicciamente ai servizi offerti da ISAN.
In proposito, abbiamo voluto sentire il parere di chi con la pirateria ci combatte ogni anno quando, a chiusura di bilancio, riesce a quantificare il nocumento economico dei fenomeni di riproduzione non autorizzata. A tal proposito, abbiamo interpellato Giovanni Bigazzi, figlio del noto autore musicale Giancarlo ed amministratore unico della società di edizioni musicali “La Ciliegia S.r.l.”di Firenze, il quale, salutando con soddisfazione la costituenda ISAN Italia, ritiene ciononostante ancora troppo flebile la tutela delle produzioni audiovisive, pur manifestando l’intenzione di valutare seriamente l’opportunità di una sua prossima adesione all’iniziativa. “Il nostro problema principale”, confida Bigazzi, “ è sconfiggere, o quantomeno emarginare il più possibile, la pirateria: c’è una legge, ma purtroppo agli operatori del settore appare difficilmente applicabile, se non addirittura desueta. Tranne sporadici casi di sequestri di materiale audiovisivo contraffatto, questo fenomeno sta ancora incidendo troppo nei resoconti delle aziende di questo settore”. Lo stesso, prosegue commentando che, comunque, “tutte le iniziative che conducono verso un incremento della tutela delle società di questo comparto, soprattutto in Italia, devono trovare necessariamente la collaborazione di tutti”.Gli imprenditori, ma questo un po’in tutti i settori, chiedono certezze, interventi mirati e, sul fronte politico, poche norme che funzionino bene. Tutto ciò, essendo pienamente conspevoli del fatto che minori guadagni per le società editrici, si riverberano proporzionalmente sugli investimenti delle stesse e a lungo termine anche sulla qualità dei prodotti offerti al pubblico. Non ci rimane che augurare buon lavoro ad ISAN Italia ed alle nostre istituzioni. (Stefano Cionini per NL)