“La radio digitale non ci sarà mai, e comunque non si sbloccherà finchè non si risolverà la questione della tv digitale. Gli editori sono divisi. Le frequenze assegnate per la radio digitale sono insufficienti e sarebbero escluse tante radio locali. Prevedo un rinvio sine die. L’Authority non accetterà mai il Dab”. Questa la sentenza tombale di Enrico Finzi (foto), intervenuto al Convegno di Audiradio a Santa Margherita Ligure per spiegare agli editori quelli che sono stati i risultati ottenuti da Astra Ricerche (società di rilevazioni da lui presieduta) circa il futuro della radio. La ricerca, commissionata da Audiradio, è stata condotta intervistando alcuni esperti del settore, tra i quali cinque sono stati scelti da Audiradio stessa (Sergio Natucci, segretario di Rna, che ha, poi, criticato i risultati e Mario Luzzatto Fegiz sono gli unici due nomi che si conoscono) e sette individuati da Astra tra docenti universitari e consulenti pro e contro il Dab.
L’arringa tenuta da Finzi, però, ha fatto infuriare alcuni tra gli editori presenti, favorevoli al passaggio al digitale e urtati dalle previsioni pessimistiche di Finzi. In particolare, Lorenzo e Virgilio Suraci (di Rtl 102.5) ed Eduardo Montefusco (di Rds) – a quanto riferisce il quotidiano Italia Oggi edizione odierna – hanno contestato il relatore, per poi uscire protestando dalla sala. “Hanno avuto una reazione da squadristi” è stato il duro commento del presidente di Astra ricerche. Certo, il disaccordo emerso dal Convegno, tra gli editori e la ricerca condotta da Astra, pare abbastanza singolare, dal momento che è difficile spiegarsi come mai, se tutti (RAI compresa) si dicono d’accordo con il lancio (ponderato) del digitale radiofonico terrestre, la ricerca commissionata da Audiradio sostenga l’esistenza di presunti partiti anti-digitale ed un veto posto dall’emittenza locale, svantaggiata dalla mancanza di spazio per ristrettezza delle risorse frequenziali. In effetti, se è vero che esistono delle divergenze circa lo standard per la digitalizzazione (DAB-T e DMB per i network nazionali e soluzione eterogenee per le locali, su cui primeggia FMeXtra), non pare sia in dubbio la necessità di una digitalizzazione del medium radiofonico. Certamente sia locali che nazionali sono d’accordo sul fatto che la traduzione numerica delle trasmissioni radiofoniche avvenga senza traumi, switch-off predeterminati e con la possibilità di continuare ad ascoltare le emittenti anche in analogico (FM) con gli apparecchi classici. Siamo certi che gli interessati avranno modo di chiarirsi quanto prima sulla spiacevole incomprensione. (Giuseppe Colucci per NL)