Nulla più sembrerebbe frapporsi alla disponibilità, dal prossimo due aprile, anche dei dati di ascolto dei singoli canali satellitari indipendenti di Sky. Si tratta di misurazioni attese da tempo dalle aziende che investono in spazi televisivi, e la loro diffusione è di sicuro grande rilievo per l’intero mercato della comunicazione. Questo risultato giunge dopo un lungo periodo di negoziazioni che ha portato, solo nei giorni scorsi, all’approvazione da parte del CdA di Auditel delle garanzie richieste dalle emittenti satellitari ospitate nella piattaforma di Sky. In una lettera aperta, Digicast, Turner, Axn, Discovery, Jetix, Studio Universal e Viacom, avevano chiesto alla società milanese la disponibilità, oltre al dato di ascolto mensile, anche di quello giornaliero. Mentre Sky già da tempo ha reso noto che andrebbe bene anche la pubblicazione del dato quotidiano, gli altri editori ospiti della piattaforma sembrerebbero propendere per il dato mensile, come avviene nel caso francese di Agb. Auditel ha approvato anche la richiesta di un costante adeguamento del campione all’evoluzione tecnologica, nonché l’ingresso di un rappresentante delle Tv satellitari indipendenti nel Comitato tecnico della società. L’ascolto delle esigenze espresse dagli editori terzi è in linea di continuità con l’orientamento che da sempre vuole seguire Auditel, caratterizzato dall’indipendenza della sua formula societaria e dalla attendibilità, attraverso il costante adeguamento tecnologico e del controllo metodologico, delle sue rilevazioni. Per i sette editori satellitari, raccoltisi in un fronte compatto, il soddisfacimento delle garanzie richieste è la migliore premessa per la pubblicazione di dati che, in realtà, sembrerebbe non abbiano ancora ricevuto. Ricordiamo, infatti, che, attualmente, oltre cento canali satellitari sono nel periodo di prova concesso dall’istituto di cui è presidente Giulio Malgara e soltanto alla fine di questo, il trentuno marzo, questi editori dovranno decidere se e come far pubblicare le rilevazioni. Tuttavia, dal momento che i dubbi rispetto all’ingresso nella indagine dei meter erano legati essenzialmente alle modalità con cui i risultati sarebbero dovuti essere presentati, non ci dovrebbe essere più nessuno ostacolo alla firma dei contratti anche da parte degli editori più piccoli. (Mara Clemente per NL)