da www.frt.it
Nei giorni scorsi l’Associazione radio della FRT ha inviato al Ministro delle comunicazioni, On. Paolo Gentiloni, un documento in cui vengono formulate alcune proposte per lo sviluppo della radiofonia digitale, che qui di seguito viene brevemente sintetizzato.
La transizione verso il digitale. Dopo un esame della complessa e articolata situazione italiana viene innanzitutto avanzata l’esigenza di garantire comunque, nell’ambito della convergenza dei media e dei sistemi di ricezione tendenti a favorire gli operatori più forti, la tutela dell’attuale pluralismo di tutti i soggetti del sistema.
Lo scenario tecnologico. Fondamentale sarà la scelta della tecnologia idonea a favorire la transizione. Dato che la parte più rilevante del mercato dell’ascolto radiofonico è costituita da un’utenza prevalentemente mobile si dovrebbe individuare un sistema in grado di fornire la più ampia integrazione di utenza fissa e mobile. I sistemi candidati sono in primo luogo il DVB-H di cui vengono analizzati i benefici, rilevando però che l’ipotesi di una sua integrale applicazione nelle bande VHF/UHF e L per la diffusione del segnale radiofonico, potrebbe portare necessariamente a una forte concentrazione del mercato a favore dei grossi gruppi di gestori misti radio-tv e di telefonia mobile. La tecnologia DMB, naturale evoluzione del DAB, a prescindere da ogni valutazione di ordine tecnico, è da considerare come la soluzione preferita dai broadcaster radiofonici privati e qualora se ne realizzasse un avvio generalizzato, fondamentale sarebbe una piena assunzione di responsabilità da parte del servizio pubblico, con un suo ruolo anche come carrier delle emittenti locali nella banda L e con un uso efficiente della banda VHF-III, utilizzata attualmente dalla Rai per il primo canale tv.
Le frequenze. Per consentire l’operatività a tutti gli attuali soggetti, occorre poter utilizzare integralmente il canale H2 in banda III, per le emittenti nazionali e regionali, e tutta la banda L per quelle locali, rimuovendo gli impedimenti imposti da una situazione attuale che sottrae tali risorse alla radiofonia. Si potrà operare per l’assegnazione delle frequenze sulla banda alta del canale 11 della banda III, intervenendo altresì sul Ministero della difesa per l’utilizzo, seppur in via secondaria, di parte del canale 13 della banda III, ridondante per le necessità di tale amministrazione. La pianificazione delle reti in banda L per l’emittenza locale dovrà essere fatta ex novo con una regolamentazione del DAB-S.
Il quadro regolamentare. Va mantenuta la possibilità di operare per gli attuali soggetti, sia come operatori di rete che come fornitori di contenuti, con l’incentivazione alla formazione di consorzi per la gestione comune di infrastrutture (nazionali e/o regionali e/o provinciali) di dimensione industriale apprezzabile, per consentire, con una razionalizzazione dei costi e degli investimenti, potenziali possibilità soprattutto alle radio locali. Tali interventi dovranno essere recepiti come modifiche nell’attuale regolamento dell’Autorità; sulla base delle nuove disposizioni il Ministero dovrà poi predisporre il bando per le autorizzazioni all’utilizzo delle frequenze da assegnare agli attuali operatori, sentite preventivamente le associazioni di categoria.