Ecco il profilo del nuovo (dal 25 agosto) direttore de “L’Unità”: un giornale si misura sulla qualità, non sulla sua appartenenza.
Aveva suscitato un vespaio di polemiche l’intervista che Concita De Gregorio, giornalista e scrittrice, aveva rilasciato alla testata Prima Comunicazione il mese scorso, riguardo la sua prossima nomina a direttore de “L’Unità”, fortemente voluta dal neo editore Renato Soru. In effetti, prima che il nome venisse reso noto pubblicamente, l’interessata si era già lasciata andare a dichiarazioni da neo direttore, cosa che aveva suscitato le ire del comitato di redazione, arrabbiato per l’“annuncio del cambio di direttore attraverso intervista”, prima che ne venisse informata ufficialmente la redazione. Pisana, quarantaquattro anni, penna di rilievo di “la Repubblica” e scrittrice di successo, Concita Di Gregorio approda ora ufficialmente alla corte del Presidente della Regione Sardegna, nonché neo editore de “L’Unità”, con il preciso compito di sollevare la testata dall’empasse oramai consolidata da anni. Il calo vistoso e sistematico di copie del giornale, diretto fino a qualche giorno fa da Antonio Padellaro, ha spinto prima al cambio al vertice editoriale e ora al cambio al vertice della redazione. “per dirla semplice, abbiamo bisogno di una rivoluzione”, sostiene Giorgio Poidomani, confermato da Soru come amministratore delegato della società, con il compito di inaugurare un polo multimediale di qualità attorno al quotidiano fondato nel 1924 da Antonio Gramsci. E la rivoluzione passerà anche dai progetti del neo direttore. Laureata all’Università di Pisa in Scienze Politiche, Concita Di Gregorio ha iniziato la professione nelle radio e tv locali toscane passando poi al “Tirreno” dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 passa al quotidiano “la Repubblica” e si occupa di cronaca e politica interna, diventandone una delle firme più eccellenti. Ora il passaggio a “L’Unità”. “Io non sono una militante politica – sostiene la Di Gregorio – non ho nessuna tessera, Il giornale per me è un giornale, è di tutti, è di chi lo compra, di chi lo legge”. Il quotidiano di cui è ufficialmente direttore, però, ha una tradizione politica di cui non potrà non tener conto. Storico organo del Partito Comunista Italiano, poi del Pds ed, ora, del Pd (anche se con una connotazione più “debole”), nei piano del neo direttore il quotidiano sarà ora semplicemente una voce autonoma, certo con una netta prevalenza di giornalisti “di sinistra” in redazione, ma non un organo di partito nella tradizionale accezione del termine. “È anche evidente che “L‘Unità” è un giornale che ha una sua tradizione – dice, comunque, la neo direttrice – Ma un giornale si misura sulla sua qualità e non sulla sua appartenenza. Credo che da me vogliano questo. E io non posso essere destinata a un lavoro che non sia quello del giornalismo. La forza di un giornale è nei fatti. Questo so fare, questo farò”. Tanti auguri di buon lavoro. (G.M. per NL)