Che fine ha fatto la pubblicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico dei bandi per i nuovi operatori di rete T2 areali? Quali sono le novità?
Nesssuna. Allo stato sono stati pubblicati infatti solo i bandi delle Aree Tecniche 1 (Piemonte), 2 (Valle d’Aosta), 3 (Lombardia e Piemonte orientale), 4 (Trentino-Alto Adige), 4-a (Provincia autonoma di Trento), con termini scaduti il 14/07 (AT 1,2,3 e 4). Salvo quelli della sub-Area Tecnica n. 4b (Provincia Autonoma di Bolzano), posticipati in quanto i sessanta giorni assegnati decorrevano dal 29/05/2020.
Da allora nulla
Non solo non è proseguita l’annunciata pubblicazione a pettine degli altri bandi per il T2, ma nemmeno sono stati resi noti numero e nominativi dei partecipanti.
La situazione è potenzialmente esplosiva per una serie di motivi.
La compressione dei tempi
La dismissione della banda 700 MHz a decorrere da metà 2021 è ineludibile in quanto ele relative frequenze dovranno essere impiegate (a livello europeo) per lo sviluppo del 5G da parte delle telco che le hanno lautamente pagate allo Stato.
Risarcimenti & procedure d’infrazione
Il termine degli spegnimenti è quindi fissato e non può essere spostato.
Salvo esporre lo Stato inadempiente a cause per risarcimento danni miliardarie da parte delle compagnie assegnatarie delle frequenze e a procedure d’infrazione UE per violazione di diritto comunitario (considerato che il disallineamento impedirebbe anche agli stati confinanti la conclusione delle procedure di spegnimento/attivazione coordinate). Impensabile, quindi.
Black out
D’altra parte è fuori discussione anche dismettere i canali sui 700 MHz prima dell’attivazione dei nuovi canali t2 assegnabili a seguito dei bandi latenti, pena, ovviamente, un black out tv.
4000 FSMA locali
Non solo.
Insieme ai bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso T2 devono essere pubblicati anche quelli per la determinazione delle graduatorie dei fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali che avranno diritto ad essere trasportati sui nuovi mux.
E gli FSMA sono oggi quasi 4000, con l’ovvia conseguenza che esaminare un numero così elevato di domande non sarà semplice.
Soprattutto se si considera che il tutto avrebbe già dovuto essere concluso, a mente di quanto previsto dalle LL. 205/2017 e 145/2018, ad ottobre dello scorso anno.
Spada degli LCN
Senza considerare la spada di Damocle del procedimento avviato dall’Agcom per l’aggiornamento del piano LCN (numerazione automatica dei canali del servizio televisivo digitale terrestre) e delle relative modalità di attribuzione dei numeri.
Pasticci alle porte
Inevitabile conclusione dei ritardi accumulati a fronte di una data di conclusione invalicabile è la sovrapposizione dei bandi, con corse e rincorse in pochi mesi.
Col rischio, per non dire la certezza, che l’eccessiva compressione dei tempi condurrà ad errori d’esame con inevitabili ricorsi che appesantiranno il già complesso iter.