(Il Resto del Carlino) – Modena, 25 novembre 2008 – La beffa oltre alla beffa. Un dirigente modenese di 48 anni, R.G., si era visto sequestrare nel 2002 un orologio Rolex e quattro mobili d’epoca che aveva acquistato attraverso una nota televendita nazionale. Ben 10mila euro il valore dei beni sequestrati dalla finanza nella sua casa di Modena: secondo la procura di Brescia, erano contraffatti o comunque di provenienza illecita.
Oltre allo smacco di vedersi portare via di casa tutti quei preziosi simboli di distinzione, il modenese deve ora subire l’onta paradossale di dover pagare uno per uno i pezzi ‘taroccati’, e al prezzo non certo popolare che aveva spuntato per farli suoi. Anzi, molto di più. Per un cambio di indirizzo, non ha ricevuto l’ingiunzione di pagamento avanzata, nonostante tutto, da parte della società che glieli ha venduti: e così è scattato nel frattempo il pignoramento di un quinto del suo stipendio. La cifra che ora deve corrispondere, spese incluse, supera di gran lunga i 15mila euro.
Il dirigente, incredulo e ancor più arrabbiato, si è affidato all’avvocato Gianpaolo Verna per vedersi riconosciuto il diritto a non pagare più cronografo e oggetti di antiquariato che si era accaparrato. Un diritto che ritiene di avere doppiamente, ora che non dispone più dell’orologio, del mobilio e che pare provato come siano contraffatti. Finora, però, ogni tentativo di opposizione al pignoramento è stato respinto. Il Rolex e i mobili (fra cui una specchiera in stile ‘Napoleone III’ e un quadro del pittore genovese Emilio Scanavino) sono sempre sotto custodia a Brescia. «Sono circa cento le parti offese nel processo nei confronti della società che ha venduto articoli al mio cliente e a tanti altri — fa sapere l’avvocato Verna — ma ora c’è il serio rischio che il reato cada in prescrizione».
di PAOLO GRILLI