Bisogna dirlo: siamo proprio uno strano Paese. Tanto grave è la mancanza di credibilità del nostro sistema politico che ci tocca “andare a lezione” dai manager delle multinazionali straniere. Che chiedono una stagione di riforme per far ripartire l’economia e creare un ambiente migliore in cui operare. Questo è quello che invoca l’amministratore delegato di Microsoft Italia sulle pagine del Sole 24 Ore, facendosi portavoce di tutte le multinazionali che operano in Italia. I problemi identificati sono, purtroppo, noti a tutti noi: burocrazia ipertrofica, infrastrutture carenti, formazione inadeguata, mancanza di credibilità e conseguente difficoltà a tener fede alle scelte strategiche fatte. Microsoft auspica un governo forte, in grado di “mettere in campo interventi a sostegno della competitività” e di “mettere al centro dell’agenda politica i temi dell’innovazione e dell’Ict”. Non senza cascare in un legittimo conflitto di interessi, l’amministratore delegato prefigura anche un futuro in cui la pubblica amministrazione sia leggera, de-materializzata, informatizzata, digitalizzata ma soprattutto – non dimentichiamolo – efficiente (insomma, un e-government in tutto il suo splendore). Preoccupa che queste problematiche debbano essere inserite nell’agenda politica da attori forti che, di norma, dovrebbero occuparsi d’altro. Il richiamo è tanto più all’armante, se si considera che viene da un’azienda che opera in Italia ormai da più di vent’anni e ha sempre fatto degli investimenti in ricerca e sviluppo la sua cifra distintiva. Quello che sembra “un ultimo appello” andrebbe forse preso come un affettuoso consiglio, da parte di una delle poche realtà che pianifica ulteriori investimenti sul territorio e non drastici ridimensionamenti, come al contrario fanno Ericsonn ed Elettrolux. (Davide Agazzi per NL)