"Meno impianti dei piccoli ci saranno, meglio sarà per i grandi". E’ netto il Comitato Radio Tv Locali, che titola in questo modo il comunicato stampa inviatoci poco fa.
Che continua: "Incredibile. Incurante di quintali di pratiche immotivatamente giacenti da anni presso i propri uffici, l’Ispettorato territoriale per la Lombardia del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, anziché venire incontro alle esigenze delle emittenti televisive locali in un momento di crisi economica ed alla vigilia di pesantissimi investimenti per la migrazione al digitale terrestre, decide di vanificare le opportunità offerte dalla L. 112/2004 (cd. Legge Gasparri). Insomma, il Parlamento legifera e la P.A. disapplica! Questi i fatti, come esposti a questo comitato da molte emittenti che avevano presentato domanda di sanatoria ex art. 27 L. 112/2004 alla fine del 2004 per impianti da 10 W (nemmeno delle lampadine!). La norma di riferimento prevedeva la possibilità di sanare, a determinate condizioni, impianti irregolari, attivati almeno dieci anni prima per coprire aree disagiate del bacino di utenza, a tutto vantaggio dei telespettatori, che altrimenti sarebbero stati privati dei segnali tv. A distanza di 5 anni dalla presentazione di tali istanze, l’I.T.L., senza che i microripetitori fossero risultati produttori di interferenze a terzi, ha deciso di sostanzialmente bocciare a priori tutte le istanze. Da qualche mese a questa parte, infatti, indistintamente, le emittenti locali stanno ricevendo dinieghi fotocopia, spesso apertamente tra loro contrastanti e quasi sempre privi di fondamento tecnico e giuridico. La decisione dell’I.T.L., che espone le emittenti e lo Stato ad impreviste quanto ingenti spese per i conseguenti ricorsi avanti al giudice amministrativo – che certamente avrebbe in animo di impiegare le proprie già scarse risorse per attività ben più importanti – non trova, ad avviso di chi scrive, altra giustificazione se non nella volontà di decapitare quanti più impianti possibile in prossimità della migrazione alla tecnica digitale, così, evidentemente, da consentire un buffet più ricco ad un più ristretto numero di commensali. Non sappiamo voi, ma non è questa la Pubblica Amministrazione che vogliamo".
Che continua: "Incredibile. Incurante di quintali di pratiche immotivatamente giacenti da anni presso i propri uffici, l’Ispettorato territoriale per la Lombardia del Ministero dello Sviluppo Economico – Comunicazioni, anziché venire incontro alle esigenze delle emittenti televisive locali in un momento di crisi economica ed alla vigilia di pesantissimi investimenti per la migrazione al digitale terrestre, decide di vanificare le opportunità offerte dalla L. 112/2004 (cd. Legge Gasparri). Insomma, il Parlamento legifera e la P.A. disapplica! Questi i fatti, come esposti a questo comitato da molte emittenti che avevano presentato domanda di sanatoria ex art. 27 L. 112/2004 alla fine del 2004 per impianti da 10 W (nemmeno delle lampadine!). La norma di riferimento prevedeva la possibilità di sanare, a determinate condizioni, impianti irregolari, attivati almeno dieci anni prima per coprire aree disagiate del bacino di utenza, a tutto vantaggio dei telespettatori, che altrimenti sarebbero stati privati dei segnali tv. A distanza di 5 anni dalla presentazione di tali istanze, l’I.T.L., senza che i microripetitori fossero risultati produttori di interferenze a terzi, ha deciso di sostanzialmente bocciare a priori tutte le istanze. Da qualche mese a questa parte, infatti, indistintamente, le emittenti locali stanno ricevendo dinieghi fotocopia, spesso apertamente tra loro contrastanti e quasi sempre privi di fondamento tecnico e giuridico. La decisione dell’I.T.L., che espone le emittenti e lo Stato ad impreviste quanto ingenti spese per i conseguenti ricorsi avanti al giudice amministrativo – che certamente avrebbe in animo di impiegare le proprie già scarse risorse per attività ben più importanti – non trova, ad avviso di chi scrive, altra giustificazione se non nella volontà di decapitare quanti più impianti possibile in prossimità della migrazione alla tecnica digitale, così, evidentemente, da consentire un buffet più ricco ad un più ristretto numero di commensali. Non sappiamo voi, ma non è questa la Pubblica Amministrazione che vogliamo".