Il quotidiano economico-finanziario Italia Oggi ha pubblicato sul numero di ieri, venerdì 13/04/2007 (pag. 27, articolo a firma di Claudio Plazzotta, “FM, una cordata per RCS Broadcast – Radio e reti, Kiss Kiss e Radio Italia pronte a sborsare 70 mln”), un’intervista a Enzo Campione, patron della concessionaria per la pubblicità radiofonica Radio&Reti, nonché socio di Radio Italia S.M.I., Kiss Kiss e anche, per l’1%, di RCS Broadcast. Nell’intervista, Campione dichiara di voler esercitare, quale socio di RCS Broadcast, il diritto di prelazione per la cessione delle relative attività radiofoniche (Play Radio, AGR e CNR) per le quali una lettera d’intenti sottoscritta a dicembre (propedeutica ad una due diligence pare conclusa poco tempo fa) prevede un conferimento in Finelco, società che controlla Radio 105 e RMC (oltre ad attività satelliti nella galassia multimediale del gruppo milanese), ricevendo quale corrispettivo una quota di rispetto (si parla del 20 o 25%) del capitale della holding della famiglia Hazan attraverso RCS Mediagroup (controllante RCS Broadcast). Su Italia Oggi, Campione dichiara ora di voler proporre a RCS di rilevare (attraverso l’acquisizione del restante 99% del capitale, par di capire) Play Radio (ma anche AGR e CNR) per una cifra compresa tra 50 e 70 mln di euro, attraverso una cordata formata da lui stesso e le emittenti nazionali Radio Italia S.M.I. e Radio Kiss Kiss, emittenti di cui R&R è già socia. Orbene, alla vigilia del perfezionamento della lettera d’intenti sottoscritta tra Finelco e RCS Mg in un contratto definitivo, quello che potrebbe apparire un colpo di scena, in realtà ci lascia freddini per una serie di considerazioni. Primo: francamente il patrimonio impiantistico di Play Radio, a nostro modesto pensiero, supera la cifra stimata da Campione e di non poco (a nulla rilevando i valori convenzionali indicati in sede di ipotesi di conferimento). Secondo: crediamo che RCS Mg sia ben più interessata ad entrare nel capitale di quello che potrebbe divenire (dopo l’operazione ipotizzata) il più grande gruppo radiofonico italiano privato, senza uscire dal settore e quindi dalla multimedialità (oltretutto con una non bella figura finanziaria, visti gli investimenti effettuati ed i risultati conseguiti…), piuttosto che fare cassa per una cifra tutto sommata modesta. Peraltro, sotto il profilo giuridico, dalle informazioni sino ad ore fornite dagli attori, non pare che si tratti tanto di cedere le quote di RCS Broadcast, ipotesi che certamente darebbe a Campione la possibilità di esercitare in qualità di socio il suo legittimo diritto di prelazione, quanto di un’operazione societaria straordinaria, qual è, appunto, un conferimento, che nulla con ciò ha quindi a che vedere. Non crediamo, quindi, che le dichiarazioni di Campione turberanno più di tanto i sonni di Alberto Hazan, il cui gruppo editoriale è tra i più appetibili per coloro che vogliono mettere (o tenere) un piede in un settore strategico come quello radiofonico. Ci permettiamo invece di fornire un consiglio non richiesto: se Campione ha voglia di crescere nel settore radiofonico dovrebbe forse indirizzare i suoi sforzi per far aumentare lo spessore diffusivo (e gli ascolti) delle emittenti partecipate, in primis quella Radio Italia S.M.I. che in quanto ad implementazione della diffusione non si è certamente distinta negli ultimi anni.