Come si evince dalla delibera n. 13 del 19 febbraio 2007, il Cnu, Consiglio nazionale degli utenti, facente capo all’Autorità garante nelle comunicazioni, intende dare un forte segnale all’apparato mediatico italiano ed al sistema che rileva gli ascolti e la diffusione dei differenti media all’interno del territorio italiano. Il Cnu, in effetti, considera inadeguato l’attuale sistema di rilevazione, ritenendolo poco obiettivo, discriminante a danno di alcune emittenti e di alcuni inserzionisti, lacunoso in alcuni importanti settori del mondo dei media (come i quotidiani free press), erroneo nella scelta del campione, risultato poco rappresentativo. Gli utenti, in tal senso, propongono alcuni punti cardine per riformare tale sistema. Riportiamo di seguito uno stralcio del documento deliberato dal Consiglio, che chiarisce quali debbano essere gli obiettivi da raggiungere e le modalità per farlo. “Il Consiglio nazionale degli utenti ritiene che l’attuale sistema di rilevazione degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione richieda una incisiva riforma ed a questo scopo intende dare un contributo chiaro in questo momento di trasformazione del sistema considerando che anche nel DDL Gentiloni, all’art. 4 si ribadisce la necessità di una revisione del sistema di rilevazione degli ascolti.
La riforma del sistema di rilevazione degli indici di ascolto deve, a parere del Consiglio, basarsi necessariamente su tre punti fondamentali:
l’esistenza di un organismo di controllo pubblico dotato di ampi poteri che lo mettano in grado di garantire il rispetto delle regole di governance;
la struttura e la composizione del campione utilizzato al fine della rilevazione deve rispecchiare il reale grado di penetrazione delle varie piattaforme tecnologiche (Tv analogica, Digitale terrestre, Tv satellitare, DVBH) e riscontrare, attraverso i dispositivi tecnologici (meter etc.) impiegati nella ricerca, i reali dati di ascolto per i diversi target di utenza.
La funzione pubblica di controllo potrebbe essere esercitata su diversi campi e provenire da due diversi organismi, ad esempio l’Agcom potrebbe verificare le regole di governance connesse al modello organizzativo delle società realizzatrici delle indagini in modo da garantire tra l’altro che le emittenti operanti nelle nuove piattaforme di trasmissione siano effettivamente rappresentate, mentre l’ISTAT dovrebbe almeno verificare la correttezza delle metodologie di ricerca e di diffusione dei dati di ascolto rilevati.
Al fine di rafforzare questa sinergia, già peraltro individuata dall’Agcom nel suo atto di indirizzo, la legge dovrebbe prevedere la necessità da parte delle società che intendono procedere alle rilevazioni degli indici di ascolto di acquisire una vera e propria autorizzazione all’esercizio dell’attività condizionata al possesso dei suddetti requisiti”. (L.B. per NL)