DTT IL MERCATO IN TRANSIZIONE ANALOGICO-DIGITALE
CNT: ECCO PERCHE’ SI STA AFFERMANDO UN OLIGOPOLIO
Il CNT ha più volte denunciato il pericolo di “migrazione” del duopolio esistente nel mercato televisivo analogico a quello del digitale terrestre (sistema che teoricamente potrebbe permettere l’affermazione del pluralismo). Il perché è ora sotto gli occhi di tutti: la concentrazione di risorse, diritti e reti, ovvero di capacità trasmissiva con sei reti a Rai e sei a Mediaset). Siamo ai margini di un nuovo oligopolio Rai-Mediaset-Sky – come evidenzia anche il Sole24Ore – poiché risulta che tutti gli altri editori televisivi o sono in crisi o ridimensionano i propri progetti; Rete A e La7 sono in vendita mentre alcuni degli editori internazionali che hanno vinto la selezione per accedere al 40% della capacità trasmissiva hanno rinunciato, come Nbc-Universal. Solo ReteCapri, ultima e unica televisione nazionale indipendente, resiste caparbiamente. Altri, come Turner e Disney, hanno ridotto da tre a due il numero di canali rispetto al progetto iniziale. Quanto alle televisioni locali, sempre in posizione di eterno svantaggio, da un lato devono affrontare enormi sforzi finanziari per il passaggio al digitale e dall’altro nelle regioni già digitalizzate devono competere contro un’offerta Rai e Mediaset moltiplicata, generalista, tematica o indirizzata a target ben precisi. Competizione aperta anche con i gruppi internazionali che non hanno rinunciato, come Jetix, Disney, Turner.
IMPIANTI RETI DI TRASMISSIONE E PRODUZIONE DI CONTENUTI
CNT: L’ANOMALIA ITALIANA RISPETTO AGLI ALTRI PAESI
Da anni, ormai, il CNT ritiene che il problema del possesso delle reti è una delle anomalie più grandi del sistema televisivo italiano. La conferma la ha fornita l’ultimo numero di Repubblica – “Affari e Finanza” specificando che in Italia parliamo di network ed emittenti come se fossero la stessa cosa. Ma all’estero non è così. Il network è la rete di trasmissione, l’emittente è il produttore di contenuti. Mediaset e Rai in origine, Telecom e tutte le altre tv di conseguenza, sono proprietarie delle loro reti di trasmissioni: torri, ponti radio, strutture di controllo, direttamente o indirettamente (…). All’estero no. Sono tutte società che hanno fatturati per centinaia di milioni, pagati dalle tv per la distribuzione del segnale, e che a loro volta pagano allo Stato la concessione per la gestione di un bene pubblico. Sono queste società che si occupano di allocare al meglio le frequenze: le tv clienti non hanno voce in capitolo, nessun controllo diretto se non sulla qualità del prodotto, ossia del segnale ricevuto a casa degli utenti. Tutto il contrario di quanto accade da noi. Qui le concessionarie delle frequenze fanno ciò che vogliono del bene pubblico. Lo possono anche rivendere, affittare a terzi, cambiarne la destinazione d’uso. Come ha fatto per esempio Mediaset con il Dvbh, la tv sui telefonini.
TV LOCALI E MERCATO DELLA PUBBLICITA’
TELECAPRI, TCN E TCS SI AFFIDANO A PUBLISHARE
TeleCapri, TCS-TelecapriSport e TCN-TelecapriNews, attraverso la propria concessionaria diretta Sogepa, hanno affidato la vendita degli spazi pubblicitari alla Publishare di Enzo Campione. Il contratto ha inizio dal 1° gennaio 2009. La Publishare, con le sue emittenti areali di grande collegamento e presenza sul territorio, avrà in TeleCapri l’emittente leader che dalla nuova concessionaria si aspetta risultati e obiettivi di reciproca soddisfazione. Costantino Federico, direttore di Telecapri, un curriculum pluridecennale nel mondo dell’emittenza privata in Italia, spiega così la decisione di aderire al progetto commerciale che si è raccolto attorno a Publishare: “Il progetto strategico che esprime Publishare che mette al centro la dimensione editoriale delle Tv del territorio e ne fa il motore di una seria politica commerciale si incrocia perfettamente con il nostro lavoro. Le Tv areali non possono essere continuamente confuse con circuiti o reti nazionali: sono altro. Anzi sono meglio, perché sono le uniche che esprimono pluralità di idee e di prodotti in un momento in cui i palinsesti delle nazionali si appiattiscono su format identici”.
IL CASO EUROPA 7:
IL MSE-COM ASSEGNA IL CANALE 8VHF NAZIONALE
La Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica e di Radiodiffusione del MSE-COM ha consegnato ai rappresentanti di Centro Europa 7 il provvedimento con cui si consente all’emittente da questa gestita l’esercizio del canale 8 VHF per l’attività di radiodiffusione televisiva nazionale, da utilizzare in tecnologia analogica e/o digitale, secondo la tecnica della SFN e nel rispetto di una serie di condizioni già previste per gli attuali concessionari nazionali. Il provvedimento, disposto in esecuzione della sentenza del T.A.R. del Lazio n. 9325/04, confermata dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 2624/08, è stato emanato dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 21/11/08 del decreto contenente il nuovo Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze, nell’ambito del quale, in esecuzione delle risultanze della Conferenza internazionale di Ginevra del giugno 2006, è stato definitivamente introdotto per la radiodiffusione televisiva l’obbligo della canalizzazione europea, da attuarsi entro il 30/06/09. Una nuova canalizzazione oltre che obbligatoria, è bene sottolineare, comunque già operante nelle diverse fasi di digitalizzazione delle aree tecniche previste dal DM del 10/09/08, recante il calendario dello switch off digitale.
TV LOCALI CONCESSIONE PER L’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’
45 PICCOLE EMITTENTI A RISCHIO DI CHIUSURA
45 piccole televisioni italiane sono a rischio chiusura. Si tratta di quelle tv che nel 2005 non inoltrarono (o lo fecero senza possedere i requisiti), la domanda ex art. 25 c. 11 L. 112/2004 per conseguire la proroga dell’attività di radiodiffusione televisiva in tecnica analogica nelle more della conversione del sistema tv alla tecnologia digitale. Con la legge Gasparri le tv locali comunitarie potevano continuare a trasmettere in analogico dopo il 25/07/2005 a condizione di aver già attivato trasmettitori in tecnica digitale. Molte emittenti avevano fatto domanda di proseguire le trasmissioni ma non avevano trasmettitori in DVB-T attivati. Questo perchè nel 2005 i costi erano eccessivi, i fornitori di trasmettitori non riuscivano a soddisfare tutte le richieste per tempo, trasmettere in digitale significava l’autochiusura dell’emittente in quanto nessun telespettatore era dotato di decoder DVB-T. Così sulle circa 630 domande di rinnovo concessione furono assegnati circa 587 rinnovi a proseguire in analogico lasciando circa 45 tv analogiche nell’incertezza (tv comunitarie, tv parrocchiali, tv no-profit ecc). In queste settimane l’MSE-COM sta inoltrando a queste tv comunitarie il preavviso di procedimento della revoca della concessione analogica.
MISTERIOSA E PRECIPITOSA RITIRATA DI SKY SULL’AUMENTO IVA PER LA PAY-TV
Non è sfuggita agli operatori del settore la precipitosa eliminazione degli spot che Sky aveva iniziato a trasmettere a mitraglia contro la eliminazione del privilegio di cui godeva con l’Iva dimezzata al 10%. Nessuna marcia indietro del Governo ma neanche nuovo scontro Mediaset/Sky, che anche il CNT aveva denunciato come i nuovi monopolisti e i veri nemici del pluralismo nella comunicazione e nell’informazione. Non ci illudiamo che le proteste abbiano avuto un qualche effetto, ma è evidente che c’è stato un nuovo accordo ed una nuova intesa tra Murdoch e Berlusconi e la politica dorme.
CORECOM BASILICATA “SERVONO RISORSE PER I CORECOM”
CNT: PIU’ OPPORTUNO FINANZIARE LE TV LOCALI
Con l’accordo raggiunto a Roma dalle Regioni e dall’Agcom, che delega nuove funzioni ai Corecom, ”i Corecom assumeranno un ruolo sempre più incisivo nell’ambito territoriale, soprattutto tenendo conto dell’attività di carattere amministrativo e di servizi nei confronti dei cittadini-utenti”. E’ quanto dichiara la Presidente del Corecom Basilicata, Loredana Albano, per la quale “Servono risorse umane e risorse finanziarie aggiuntive per sostenere le nuove funzioni”. Il CNT al contrario sostiene che, considerata l’esperienza dell’attività dei Corecom, in gran parte negativa, le risorse finanziarie sarebbero giustificate se davvero ci fosse un’azione incisiva da parte degli stessi Corecom, gran parte dei quali rimasti negli anni in stato di inerzia, altrimenti sarebbe opportuno destinare mezzi finanziari ai contributi per le Tv locali che, secondo le intenzioni del Governo, saranno tagliati drasticamente. Un controsenso tutto italiano.
PUBBLICITA’ PREVISIONI GLOBALI DEL MERCATO
CALO DELLO 0.2% IN EUROPA, RIPRESA PER LA TV NEL 2010
Sono state ridimensionate le stime di crescita sugli investimenti in pubblicità che, al contrario rispetto a quanto era stato annunciato, subiranno un calo globale dello 0,2% e il ribasso colpirà in modo particolare l’Europa. Internet è l’unico media che può vantare aspettative per un 2009 positivo, mentre tv e stampa vedranno calare gli investimenti almeno fino a che l’economia non si sarà ripresa definitivamente. ZenithOptimedia lascia uno spiraglio positivo per la tv che tra il 2010 e il 2011 dovrebbe registrare una ripresa degli investimenti dei marchi.
TV OPERAZIONI DI MERCATO
TELECOM ITALIA MEDIA VENDE PPW IN DTT AD AIRPLUS TV
Sono state vendute le attività relative alla pay-per-view sulla piattaforma digitale terrestre di Telecom Italia Media alla divisione italiana di Airplus Tv. L’accordo da 16,6 milioni di euro prevede la cessione ad Airplus Tv della APTV, società in cui TI Media ha conferito il ramo d’azienda che comprende le attività e il personale afferente la Pay-per-View, a fronte del pagamento di un importo di 16,6 milioni di euro, che sarà soggetto a successivo conguaglio. Prevista inoltre la sottoscrizione degli accordi pluriennali di ospitalità di banda digitale terrestre fra l’operatore di rete di TI Media e Airplus Tv per la trasmissione da parte di quest’ultima di canali in pay-tv e contenuti in pay-per-view e la sottoscrizione da parte di TI Media del 9% del capitale sociale della controllata italiana di Airplus Tv per un corrispettivo di 5 milioni.
TV MOB L’UE VUOLE SVILUPPARE IL MERCATO
EMANATE LINEE GUIDA PER L’ARMONIZZAZIONE DEL MERCATO
La Commissione Ue ha pubblicato una serie di orientamenti per accelerare l’istallazione del servizio di televisione mobile in tutta Europa che nel 2013, potrebbe arrivare a fatturare 7,8 miliardi di euro. Prima che gli operatori telefonici possano lanciare qualsiasi offerta commerciale, gli Stati membri devono ottenere l’autorizzazione per i servizi di televisione mobile. La Commissione mira a creare un ambiente normativo omogeneo.
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