PAY TV INFURIA LA TEMPESTA SULLA QUESTIONE DELL’IVA
IL CNT DENUNCIA LE POLEMICHE: ”IL VERO PROBLEMA SONO LE OLTRE 500 EMITTENTI LOCALI A RISCHIO DI VITA!”
Non si placa la polemica per l’inserimento tra le misure anti-crisi decise dal Governo del raddoppio dell’Iva, dal 10% al 20% sul canone degli abbonamenti alle pay tv. Ma Berlusconi ‘contrattacca’ affermando che “anche Mediaset e’ danneggiata” e Sky “aveva un privilegio”. “Cosi’ sono a rischio gli investimenti”, avverte l’AD di Sky Italia Tom Mockridge e rincara la dose: “Questa e’ concorrenza sleale”. La polemica si è trasferita poi sul terreno della politica. Il CNT ha tempestivamente fatto sentire la sua voce in merito con l’edizione straordinaria del CNT-Informa di lunedì 1 dicembre, denunciando come tutto questo polverone sia ridicolo e copre indegnamente il vero problema: una lotta tra monopolisti, tra colossi in posizione dominante che ora cercano di attaccarsi per “guadagnarsi” tutta la torta. E i media contribuiscono a diffondere quel polverone restando, invece, in silenzio sul vero, enorme, problema che riguarda il settore dell’emittenza televisiva nel suo complesso e non limitato ai due soli soggetti potenti. L’unica voce che si alza in questo contesto è proprio quella del CNT guidato da Costantino Federico che tenta di spostare l’attenzione sul vero nocciolo, sulla vera questione della concorrenza e del pluralismo tanto decantata da tutte le forze politiche: l’azione del Governo con le misure previste nella legge Finanziaria taglia i contributi già ridotti all’emittenza locale. Il tutto mentre altre azioni sul fronte del digitale terrestre tentano di far fuori le emittenti indipendenti sempre a favore di una rendita di posizione che favorisce i soliti Rai e Mediaset. E’ ridicolo quanto gravissimo quello che sta accadendo in Italia. Ancora non è ben chiaro che il mercato della televisione non è fatto soltanto di Rai-Mediaset-Sky, ma ci sono ben 15.000 posti di lavoro in seno alle emittenti locali che rischiano di saltare grazie ad un Governo che “regna” in totale conflitto di interessi. Vergognoso. Il CNT non si ferma e, come già annunciato, ha in progress numerose iniziative di lotta.
MSE-COM ALL’ASTA LE FREQUENZE LIBERATE CON SWITCH OFF
CNT: STESSA ORCHESTRA, STESSA MUSICA?
Il Sottosegretario alle Comunicazioni del MSE Paolo Romani ha reso noto che le frequenze “liberate” con lo switch-off analogico/digitale, saranno vendute al miglior offerente secondo modalità indicate dall’Agcom. Torniamo, quindi, ad assistere ad una questione già affrontata qualche tempo fa in merito all’attribuzione delle frequenze digitali con il conseguente caos nel quale si è praticamente “trasferito” al digitale il duopolio esistente nell’analogico. Ora? Stessa orchestra e stessa musica?
TV CALCIO INTERNAZIONALE E DIRITTI SPORTIVI
UN ALTRO ESEMPIO DI DOMINIO DEI MONOPOLISTI
La Uefa pagherà alla televisione pubblica tedesca Zdf un risarcimento “a sei cifre” per il blackout che oscurò per diversi minuti la diretta della semifinale degli Europei tra Germania e Turchia, giocata a giugno a Basilea. Lo scrive il settimanale tedesco Der Spiegel. Durante la partita, seguita in media in Germania da 29,46 milioni di telespettatori, il segnale audio e video scomparve per 18 minuti, a causa di alcuni problemi tecnici. Secondo lo Spiegel, la Uefa ha trovato un accordo con tutte le televisioni coinvolte dal blackout compresa la Rai. I valori a 6 cifre e l’importanza dell’accordo rende ben evidente come il mercato dei diritti televisivi relativi agli incontri di calcio siano preda delle sole emittenti forti, nel caso specifico del duopolista Rai. Parlare di minima possibilità di poter competere per un’emittente locale o indipendente è pura follia. In Italia si rischia di esser rinchiusi in un ospedale psichiatrico…alla faccia del pluralismo.
TV PUBBLICA LA QUESTIONE DEL CANONE
IL GOVERNO PENSA AD UN RIBASSO… POI AD UN RIALZO
Il Governo in un primo momento ha pensato alla possibilità di abbassare il canone Rai e combattere l’evasione legandolo alla bolletta elettrica. Lo aveva annunciato il Sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani. ‘L’evasione media dal canone Rai – ha spiegato – e’ del 27% con punte del 45% in alcune regioni del Sud. Rischia di diventare una tassa regionale. L’ipotesi e’ di abbassare, e di parecchio, il canone e di farlo pagare a tutti’. Qualche giorno dopo, però, l’idea si è praticamente trasformata al contrario: per il 2009 Paolo Romani, ha dichiarato che: “e’ possibile un piccolo aumento del canone. Un adeguamento in base al tasso d’inflazione programmata per un importo che si dovrebbe aggirare intorno a 1,5-1,6 euro”. La decisione definitiva (quale?) dovrebbe essere presa entro il 10 dicembre. Al di là delle solite incongruenze del Governo, l’esecutivo non ha ancora capito che il canone non deve essere diminuito ma abolito, (una battaglia che porta avanti l’associazione nazionale Utenti Televisivi e Consumatori Italiani – Utelit). Un simile fardello, infatti, non solo danneggia le tasche degli italiani ma è assolutamente anomalo in un sistema televisivo che dovrebbe dirsi concorrenziale e che allo stato non lo è. Il CNT prosegue la lotta per eliminare le barriere che limitano la concorrenza.
CNU A PROPOSITO DI UN AUMENTO DEL CANONE
“ROMANI NON HA VERIFICATO A FONDO LA CONTABILITA’”
Il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), organismo dell’Agcom, Remigio Del Grosso ha dichiarato che: “il Sottosegretario Romani, mentre ha consentito il blocco del progetto di miglioramento della qualità della programmazione Rai concede l’aumento del canone di abbonamento senza verificare a fondo l’attendibilità dei dati sulla contabilità separata predisposti dalla Rai”. Replica la Rai che “la contabilità separata è predisposta su uno schema, conforme ai principi contabili nazionali e internazionali, stabilito dall’Agcom e che l’attendibilità dei dati della stessa è certificata dalla società internazionale di revisione Deloitte & Touche Spa, la cui selezione e’ avvenuta al termine di un confronto competitivo ed è stata approvata dall’Agcom”.
AGCOM E I NUOVI POTERI DEI CORECOM
SOTTOSCRITTO L’ACCORDO
L’Agcom ha sottoscritto oggi un accordo per l’attribuzioni di nuove funzioni ai Corecom (Comitati Regionali per le Comunicazioni) con l’Agcom, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Stando ai termini dell’accordo, ai Corecom sono riconosciute competenze quali la vigilanza in materia di esercizio di radiotelevisione locale mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell’emittenza locale; la gestione del Roc (Registro degli operatori di comunicazione); la decisione sulle controversie tra operatori ed utenti. ”Questa intesa e’ stata resa possibile dallo sforzo dell’Agcom – ha commentato Corrado Calabro’, Presidente dell’Agcom – che ha previsto il raddoppio dello stanziamento (circa 3 milioni di euro) per le attivita’ dei Corecom, nonche’ dalla volonta’ delle Regioni di proseguire il processo di decentramento gia’ avviato e destinato a diventare sempre piu’ rilevante”.
RADIO AUDIRADIO 2009
SI CHIUDONO IL 15/12 LE ISCRIZIONI ALL’INDAGINE
Sono aperte le iscrizioni all’Indagine Audiradio 2009. Le emittenti radiofoniche che intendono iscriversi sono invitate a prendere contatto con la propria Concessionaria di pubblicità o con gli uffici della segreteria di Audiradio via e-mail [email protected] oppure via fax n. 02-58327167.
RADIO INDAGINE AUDIRADIO 2009
RISCHIANO DI SCOMPARIRE LE PICCOLE EMITTENTI LOCALI
La nuova indagine Audiradio di cui alla precedente notizia, per il 2009 prevede una novità molto negativa per le medie e piccole emittenti private, ovvero l’elevazione del numero minimo dei casi riscontrati per la pubblicazione del dato dell’ascolto nel giorno medio. Si tratta di una novità che avrà un effetto non di poco conto sulle emittenti medie e piccole, facendole sparire in molte province, specialmente quelle a bassa densità di popolazione, dato che il numero di telefonate complessivo in queste aree è così basso che è difficile raggiungere il minimo di casi in questione. In pratica, invece di aumentare il numero di telefonate per ridurre il margine di errore statistico si è preferito alzare la soglia della significatività.
UTELIT
CONTINUA LA BATTAGLIA PER L’ABROGAZIONE DEL CANONE RAI
Lo scorso 5 dicembre il Presidente nazionale di UTELIT, Rocco Monaco, ha depositato ufficialmente ad Alberto Solia, Capo della Segreteria del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, la petizione popolare per abolire il canone RAI accompagnata da un elenco di 25 mila sottoscrittori ai sensi dell’art. 50 della Costituzione della Repubblica Italiana. La petizione – è stato assicurato ad Utelit – inizierà quanto prima il suo iter parlamentare nelle commissioni competenti. Durante l’incontro ad Alberto Solia è stato anche consegnato il Libro Bianco contenente oltre 8 mila proposte e commenti di utenti televisivi raccolti da Utelit sull’uso della televisione pubblica e presentato alla stampa lo scorso 25 settembre sempre a Roma. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato Rocco Monaco – resta quello di vedere consentita, in un futuro speriamo molto prossimo, a radioteleutenti e consumatori una partecipazione attiva allo sviluppo ed evoluzione del sistema radiotelevisivo, secondo le modalità della partecipazione democratica. L’attività di Utelit – associazione fondata nel 1999 e radicata in tutto il territorio nazionale – è oggi rivolta al perseguimento di due obiettivi prioritari: l’uso razionale e democratico della risorsa “canone Rai” e la riqualificazione dell’offerta televisiva Rai, in funzione etica, sociale, democratica nonché di garanzia del pluralismo richiesta al servizio pubblico radiotelevisivo.
TV SAT GLI ASCOLTI DI NOVEMBRE 2008
FORTE RIPRESA DOPO I DATI NEGATIVI DI OTTOBRE
Nel totale giorno gli ascolti della Tv satellitare raggiungono il 9,7% di share medio sul target Individui e il 14% sul target Adulti 15-34, con una crescita pari rispettivamente al +27% e al +11% in confronto all’omologo periodo dello scorso anno e ben distribuita su tutte le fasce orarie. Fa eccezione la seconda serata, che perde leggermente appeal ma soltanto sul target giovani. Confermata quindi la denuncia del CNT: il pericolo per il pluralismo e per le emittenti locali viene di lassù.
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