DTT SWITCH OFF IN SARDEGNA
CNT, ECCO LE QUESTIONI ANCORA APERTE
Lo switch off in Sardegna si è concluso. Ora si tratta di analizzare i punti focali e ancora incerti circa il futuro del digitale terrestre, soprattutto nel panorama dell’effettivo pluralismo e parità di accesso nei confronti di tutti gli operatori. Il primo aspetto riguarda la redistribuzione degli ascolti con la multicanalità. I primi dati rivelano un aumento del satellite. Il perché sta nel fatto che chi ha la parabola vedeva spesso Rai e Mediaset in analogico e ora li deve vedere sempre dal decoder di Sky. Pare vi sia un calo maggiore del previsto per i canali generalisti ma questo andrà verificato nel tempo. Il secondo punto è relativo alle due reti digitali destinate ai nuovi entranti: quando e come saranno assegnate? È possibile che si ricorra a una procedura competitiva solo per i nuovi entranti e non per gli operatori esistenti, come richiedono le direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche? In caso contrario, con quali criteri il Ministero assegnerà le due reti? Terzo aspetto: il dividendo digitale è di 17 frequenze: oltre alle due da assegnare, il canale 12 sarà a disposizione della radiofonia digitale. Per gli altri 14 canali bisognerà decidere se riservarli a usi televisivi o ai nuovi servizi di telecomunicazione. Quarto, e più importante fatto: nessuno ha comunicato quante sono le reti digitali in Sardegna per operatore e se sono equivalenti per capacità e copertura. Di fatto sono sei reti per Mediaset e sei per la Rai mentre Telecom Italia Media ha quattro reti, ma solo due a copertura piena nella regione. Retecapri, a parità di condizioni, ha denunciato la disparità di assegnazione chiedendo un secondo mux di cui peraltro alcuni canali sono già in esercizio. Retecapri sta affilando le armi per quello che ha già definito la campagna d’inverno del digitale in Italia. Il CNT ritiene che il regime analogico è ora riprodotto in digitale.
RADIOTV LA QUESTIONE DEI BOLLINI SIAE
ARRIVA UN’ALTRA VITTORIA GIUDIZIARIA, CNT SODDISFATTO
Altra sonora batosta per i bollini SIAE. I contrassegni sulle opere tutelate dal diritto d’autore che garantiscono un flusso di milioni di euro nelle casse della Società degli autori e degli editori sono stati sconfitti ancora una volta o, meglio, è stato chiarito ancora una volta il loro ruolo periferico, la non necessità di adottarli. È successo con una decisione del Tribunale di Cesena con cui è stato assolto un imprenditore a cui era stata contestata la commercializzazione in Italia di Cd-Rom privi del bollino. Secondo il magistrato cesenate Barbara De Virgiliis sono inapplicabili le norme penali che prevedono l’obbligatorietà del bollino SIAE. Checché ne dica il sito della SIAE e la SIAE stessa, è già a breve distanza la seconda sonora bocciatura per il “sistema dei bollini” che non solo non ha praticamente eguali in Europa ma che anche viene sempre più vissuto da editori e distributori come una vessazione. La decisione del magistrato italiano non deve sorprendere: in Europa i bollini SIAE sono già finiti sotto la scure della Corte di Giustizia UE. Nel caso specifico, poi, a Cesena è stata accolta la tesi dell’avv. Sirotti Gaudenzi che per anni ha seguito il processo contro l’imprenditore Karl Josef Wilhem Schwibbert. Distributore di Cd-ROM senza bollino, il signor Schwibber ha dovuto percorrere nove anni di giudizio prima di uscire trionfante dal caso. Non deve sorprendere, inoltre, perché già nei mesi scorsi la Cassazione aveva posto la sentenza Schwibber della Corte di Giustizia UE a fondamento del principio secondo cui sono appunto inopponibili ai privati le norme penali sull’obbligatorietà del bollino. Secondo il Tribunale di Cesena, in linea con quanto deciso dalla Corte in Lussemburgo, il sistema sanzionatorio è nullo per quanto attiene all’assenza dei bollini SIAE. Il CNT incassa un’altra conferma riguardo la battaglia portata avanti negli anni a tutela delle emittenti locali e indipendenti contro la ghigliottina dalla SIAE.
TV LOCALI CONTRIBUTI EX L. 448/98
DOPO LO SCANDALO IN CAMPANIA ORA TOCCA ALLA PUGLIA
Un nuova indagine giudiziaria è stata aperta dalla Procura di Lecce sui contributi alle tv locali (fondi ex L. 448/98) a seguito di alcune denunce seguendo quella campana di cui già abbiamo parlato. Vi sarebbero coinvolti, oltre ovviamente alle emittenti oggetto di denuncia, il Corecom Puglia e gli enti previdenziali della Regione. Se dalle indagine dovessero risultare irregolarità le tv coinvolte si vedrebbero, ai sensi dell’art. 8 del Regolamento ministeriale, obbligate a restituire il contributo eventualmente percepito per il 2007 con l’esclusione dalla graduatoria per i tre anni successivi.
AGCOM RILEVAZIONI SULLE PRESENZE DEL GOVERNO IN TV
PREOCCUPAZIONE DELL’AUTORITA’, OCCORRE UN RIEQUILIBRIO
Un riequilibrio nell’informazione. È quanto ha chiesto l’Agcom ai Tg nazionali sia Rai sia Mediaset. Un confronto delle rilevazioni sui Tg nel periodo che va da aprile a settembre, periodo che caratterizza i primi mesi del nuovo Governo, rivela infatti dati preoccupanti. Una legge non scritta prevede che alla maggioranza vada circa il 33% dello spazio nei Tg (soprattutto Rai) e un altro 33% vada al Governo. Il resto all’opposizione. Ma non è andata esattamente così e il Governo ha avuto molto più spazio del consueto. Sembra che all’Agcom il concetto conflitto di interessi sia sconosciuto.
CORECOM PUGLIA MONITORAGGIO RADIOTELEVISIVO
DA DICEMBRE LE EMITTENTI LOCALI SOTTO OSSERVAZIONE
Da dicembre emittenti locali in Puglia sotto osservazione e telespettatori e soprattutto minori più garantiti. Un monitoraggio del Corecom nell’intero arco delle 24 ore garantirà il rispetto delle regole che tutelano i consumatori dall’affollamento pubblicitario e verificherà l’osservanza delle norme da parte delle 50 antenne pubbliche e private attive nel territorio regionale. Un compito di controllo per quale il Corecom, in collaborazione con le università e le associazioni dei consumatori, ha acquisito l’hardware sta formando il personale e mettendo a punto il sistema, grazie alle risorse dell’Agcom. I compiti di rilevamento rientrano infatti nelle attività delegate, tra le quali quelle di vigilanza che il Corecom svolge in sinergia con gli stessi consumatori, attraverso le associazioni. ”La Puglia è un esempio – ha riconosciuto il commissario dell’Agcom, Nicola D’Angelo, nel recente convegno organizzato a Bari – una delle poche regioni ad occuparsi di Tv e minori, concretamente e con progetti mirati”.
AGCOM CALABRO’ DENUNCIA LA BASSA QUALITA’ DELLA TV
IN PROGRAMMA UNO STUDIO SULLA TV PER UN LIBRO BIANCO
“La tv italiana, con le sue banalità e le sue volgarità (quelle, per esempio, dei reality che affollano la prima serata) è al di sotto di altre tv europee e il divario rispetto alle reti Ue è crescente”. Un’altra bella intemerata contro l’emittenza della cara patria proviene da Corrado Calabrò, presidente dell l’Agcom. Ancora: “La tv italiana ignora il ritrovato interesse dei giovani per il teatro, per i concerti, anche di musica classica, per le mostre, per i musei e preferisce insistere sul ripetitivo, quando non sul becero”. E poi: “I bambini italiani sono bombardati dagli spot alimentari. Bibite, merendine, patatine, cibi precotti, gelati, rispondono e sollecitano gli stimoli dell’appetito. E questo sebbene in Italia sia vietata la trasmissione di spot nei programmi per bambini” . Infatti i programmi specificamente dedicati ai bambini e ai ragazzi, come quelli che Raitre manda in onda tutti i giorni, non hanno pubblicità. Ma l’accusa di Calabrò è rivolta alla tv in generale, che può soltanto far del male alle giovani generazioni. “L’Autorità ha in animo di avviare uno studio specifico che analizzi la programmazione televisiva (e l’uso dei media vecchi e nuovi), verifichi la sua qualità e se essa possa produrre effetti sui cosiddetti “comportamenti sociali”. Penso al bullismo o al consumo di alcol da parte dei minori. La tv propone modelli che possono indurre all’emulazione da parte dei giovani”. Obiettivo finale: “Redigere un Libro bianco sugli effetti della programmazione nei confronti dei bambini e sulla qualità della tv”.
CNU INADEMPIENZE CONTRATTO DI SERVIZIO RAI
RICHIESTA VALUTAZIONE ALL’AGCOM
No dal Consiglio nazionale degli utenti (Cnu), organismo dell’Agcom, che esprime “preoccupazione per il ridimensionamento da parte della Rai del progetto Qualitel”. In una nota, il Cnu chiede all’Agcom di voler valutare “l’eventuale inadempienza da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo degli obblighi previsti dal vigente Contratto di Servizio, ai fini dell’eventuale applicazione di quanto previsto dall’art. 48 del Testo Unico della radiotelevisione”. Il CNT continua ad esprimere perplessità sulla funzioni e sulla utilità del Cnu.
RADIO I RISULTATI AUDIRADIO DEL QUINTO BIMESTRE
POCHE SORPRESE E MOLTE CONFERME
Poche sorprese e molte conferme nel quinto bimestre 2008 di Audiradio, relativo al periodo compreso tra il 6 settembre ed il 24 ottobre. L’ordine dei primi cinque posti resta invariato, seppure con un risultato poco soddisfacente per la Rai. Se la prima rete, nel giorno medio ieri, scende rispetto al precedente periodo da 6.756.000 a 6.638.000, per Radio2 la crisi si fa sentire in maniera più pesante, con l’ennesimo crollo da 4.742.000 a 4.486.000. Tra il primo ed il quinto posto delle due emittenti di Stato, mantengono lo stesso ordine RTL 102.5, RDS e Radio Deejay. Il network di Suraci è sostanzialmente stabile (da 5.492.000 a 5.496.000), quello di Montefusco lievita leggermente (da 5.290.000 a 5.341.000), mentre la radio diretta da Linus torna sopra ai cinque milioni abbandonando il drammatico dato estivo dei 4.867.000 per un più incoraggiante 5.184.000. Il primo cambio d’ordine in classifica lo troviamo tra il sesto ed il settimo posto: Radio 105 cede il passo ad una rinvigorita Radio Italia Solo Musica Italiana che balza dai precedenti 3.723.000 agli attuali 3.924.000; al contrario, in casa Finelco va registrato il passo indietro da 4.086.000 a 3.843.000. Come sempre, notevole il salto che ci porta alla posizione numero 8, occupata da Radio Kiss Kiss. Chiude la top ten Radio 24 che si mantiene pressochè stabile (da 2.049.000 a 2.045.000).
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