La vicenda ha dell’incredibile, ma potrebbe rappresentare un precedente importante quanto pericoloso per la concessionaria televisiva di Stato. Un cittadino, che risponde al nome di Carlo Andrea Bollino, professore ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Perugia, ha, infatti, denunciato la Rai per la puntata di “Annozero” dello scorso 31 maggio 2007, quella che parlava dei preti pedofili, con tanto di video inedito in Italia (“Sex crimes and the Vatican”). La puntata suscitò già all’epoca grande clamore ed inizialmente fu posto un veto sulla trasmissione del video. Poi Santoro (foto) l’ebbe vinta e la puntata andò in onda con ospiti, tra gli altri, l’autore del breve documentario, Colin O’Gormann, monsignor Rino Fisichella ed il matematico Piergiorgio Odifreddi. Bollino, che tra l’altro è il presidente della Gse, il Gestore Elettrico, società controllata al 100% dal Ministero del Tesoro, è ricorso al giudice di pace perché sentitosi offeso dalla scarsa pertinenza degli ospiti nel dialogare di una questione ritenuta fuori dalla loro portata culturale. Certo, perché la presenza del vescovo ausiliare di Roma, monsignor Fisichella, che parla della scabrosa questione dei preti pedofili, dei quali è uno dei rappresentanti più titolati, pare non abbia soddisfatto le rigide richieste di spiegazioni da parte del professor Bollino.
Il ricorso del cittadino e contribuente offeso è stato accolto dal giudice di pace De Gregorio, che ha motivato la decisione lesiva degli interessi dell’utente. Il tasto su cui ha insistito l’avvocato del prof. Bollino è la natura contrattuale del rapporto che intercorre tra Rai ed abbonato, il quale ha necessità di essere informato da persone che, non si sa bene secondo quale canone, debbano avere una certa competenza dell’argomento che trattano. La mancata presenza di psicologi, sociologi o psichiatri avrebbe quindi “depistato” lo spettatore il quale, alla fine della puntata, avrebbe usufruito di “un servizio insufficiente per avere una visione complessiva e obiettiva sulla pedofilia”, come ha sostenuto lo stesso prof. Bollino. “Discussione da bar sport” è stato definitao dalle pagine di ItaliaOggi (14/03/08, pag. 2) il delicato dibattito su una problematica così delicata come la copertura di cui godrebbero molti casi di pedofili da parte di appartenenti al clero. Secondo qualche bacchettone, forse, quando si parla di Chiesa dovrebbe esser sottinteso che se ne parli bene, specie quando l’uditorio comprende 4.781.000 spettatori, la maggior parte dei quali allibiti. Nonostante non faccia giurisprudenza di spessore, perché proveniente da un giudice di pace, e sia viva la possibilità di un ribaltamento in appello, questo caso potrebbe risultare un precedente molto pericoloso per l’azienda, specie in considerazione del fatto che, con la Finanziaria 2007, entra in gioco la class action, ovvero la possibilità di riunire in un’unica iniziativa un gruppo imprecisato di persone che intendono far causa allo stesso soggetto. Un’azione collettiva sostanzialmente, partorita per casi come quello dei crack Parmalat o Cirio, ma che potrebbe ritorcersi contro la Rai. È lo stesso professor Bollino ad invocare la class action contro l’azienda, mossa che potrebbe mettere in ginocchio le casse di Viale Mazzini, proprio grazie a questo precedente. Il risarcimento spettante al presidente del Gse, poi, è la parte se vogliamo più comica della vicenda. Gli spetteranno, infatti, circa 400 euro, derivanti dalla somma dei danni economici e morali. Il danno economico è stato calcolato attraverso un astruso conteggio dell’entità del canone, suddiviso per i 365 giorni dell’anno, suddiviso ancora per le ore di trasmissione Rai in tutto l’anno ed, infine, moltiplicato per le ore della trasmissione del 31 maggio 2007 di Santoro. Un calcolo che ha portato alla cifra di 50 centesimi di euro. Il restante dell’importo è rappresentato dai danni morali. La cifra, di per sé evidentemente irrisoria per le casse Rai, potrebbe però moltiplicarsi a dismisura in caso di class action, risultando una vera e propria mina per il portafoglio dell’azienda. “Una questione di principio – la definisce il prof. Carlo Andrea Bollino – è come assistere alla performance di un cuoco che cucinando in tv i funghi ci avvelena. Un conto è vedere all’opera Vissani, un conto è seguire i consigli di uno chef sconosciuto. Il mio caso si potrebbe definire, oltre a un duello tra Davide e Golia, anche una prima forma di class action”. Una spiegazione piuttosto bizzarra, motivata forse più dalla curiosità di sperimentare questa nuova forma di “causa di gruppo”, che dalla reale indignazione per la trasmissione del 31 maggio 2007. Nessun commento sull’accaduto da parte della redazione di “Annozero”. (Giuseppe Colucci per NL)