Prosegue l’effetto della micidiale morsa “democratica” cinese sul web 2.0. Questa volta nel mirino del governo è finito Twitter (in inglese “tweet” significa cinguettio; Twitter sta per “colui che spiffera informazioni”, nome particolarmente significativo per raggruppare i micro-blog che costituiscono il contenuto di questo ambiente online). Secondo le giubbe rosse Twitter avrebbe veicolato contenuti e conversazioni tali da ledere l’equilibrio sociale della popolazione informatizzata cinese. Motivo per cui questo sito, come tanti altri in passato, è stato velocemente oscurato attraverso quello che ormai è considerato il tradizionale metodo del 50 Cent Party. I militanti di questo partito dal nome piuttosto singolare (il partito dei 50 centesimi) avrebbero il compito di infiltrarsi nella rete alla ricerca di messaggi controversi o comunque di natura opposta al proprio credo politico. Una volta trovati e raggiunti gli obiettivi hanno l’obbligo di favorire interventi di opinione contraria a quella scomoda, segnalando poi il sito alle autorità che da un giorno all’altro si prendono la libertà di oscurare il sito. Sì, questa è l’unica libertà accordata, considerando che internet, strumento di massa e cosiddetto “libero per eccellenza”, non ha modo in questo paese di mostrare a tutti gli effetti della sua reale natura. I componenti del 50 Cent Party vengono pagati una cifra intorno ai 50 fen (5 centesimi di euro) per ogni intervento efficace pubblicato. Dall’altra parte del mondo, invece, la Sunlight Foundation promuove la campagna “Let Our Congress Tweet” (“lasciate cinguettare il nostro congresso), tentando di sostenere il repubblicano John Culberson, noto utente di Twitter, che vorrebbe poter proseguire in pace le proprie conversazioni online. Punti di vista. (Marco Menoncello per NL)