Finiranno in carcere, condannati per direttissima dal Tribunale cinese di Suzhou, nella Cina orientale, a pene detentive dai due ai tre anni e mezzo. E ciò per aver creato, diffuso e tratto beneficio economico dalla versione pirata di Windows XP, distribuita gratuitamente agli utenti cinesi, bypassando le restrizioni derivanti dalle barriere poste dall’obbligo di autenticazione e certificazione del programma. “Tomato Garden Windows XP”, questo il nome del portale, divenuto famoso tanto da essere classificato dall’agenzia di stampa Xinhua come il caso di pirateria nel settore del software più clamoroso dell’intera repubblica cinese, era stato denunciato lo scorso anno dalla Business Software Alliance, un’associazione di produttori di software impegnata nella lotta alla pirateria, che aveva messo in allarme il governo cinese, sottolineando, tra l’altro, come attraverso il portale tomatolei.com, i responsabili traessero beneficio economico da una vendita di spazi pubblicitari particolarmente corposa. I responsabili sono Hong Lei, mente e creatore del software scaricabile gratuitamente “Tomato Garden Windows XP”, condannato a tre anni e mezzo di detenzione, e tre suoi complici, uno dei quali condannato alla stessa pena, mentre ai restanti due sono toccati “solo” due anni. Intanto, dall’altra parte del mondo, all’interno del Congresso, negli Usa, il deputato Howard Berman ha denunciato, al termine di un suo viaggio a Pechino, la scarsa vena con cui il governo locale conduce la propria battaglia contro la pirateria intellettuale, dilagante nel Paese. Premesso che la pirateria intellettuale, nelle sue diverse forme, dilaga un po’ dappertutto, non è certo un lavoretto da poco creare una rete di protezione efficiente, che funzioni in una stato che, ad oggi, conta qualcosa come 1,3 miliardi di abitanti. (Giuseppe Colucci per NL)