Non c’è spazio per gli operatori di rete DTT locali. Troppi e troppo ingombranti, nella loro esiguità.
Così, ogni occasione è buona per passarli al setaccio: canali (assegnati dal Ministero) incompatibili con le emissioni estere e quindi da espungere dai Piani di Assegnazione (predisposti da Agcom); diritti stellari per l’utilizzo di frequenze terrestri; graduatorie regionali di assegnazione dei canali più fluide dell’acqua; vitali contributi statali in corso di soppressione entro fine anno; organi giurisdizionali ormai revisori costanti di atti amministrativi illegittimi. Non passa settimana che i network provider locali non siano destinatari di provvedimenti ablativi o restrittivi. Al punto che, tra i requisiti per svolgere detta attività, andrebbe previsto quello di avere un fisico bestiale.