"Audiradio, quell’organismo che avrebbe dovuto rilevare i dati di ascolto della radiofonia finalmente è collassato e c’è da domandarsi come abbia potuto giungere ai nostri giorni insieme ad Auditel".
Se lo chiede l’associazione di radio locali CONNA che osserva che già nel numero di settembre 1988 sul periodico “Nuove Antenne” rilevava "quanto innaturali e pericolose fossero quelle organizzazioni private di rilevamento che ignoravano le radio anche se riportavano un massiccio ascolto, che non erano sottostate al pagamento di ingenti quote annuali di iscrizione". "Giungevamo poi a dimostrare, dopo esserci procurarti prove inconfutabili a garanzia di eventuali contestazioni giudiziarie, che alcune radio figuravano ai primi posti negli ascolti, senza che neppure avessero mai cominciato a trasmettere – continua l’ente esponenziale – Oggi, dopo l’annuncio della liquidazione, soggetti interessati direttamente all’esistenza di una Audiradio funzionale ai loro affari così come per tanti anni si era mostrata, si sono svegliati di colpo addossando alla Rai di aver prodotto uno stato anomalo che ha determinato la sua disintegrazione. La partecipazione della Rai, lo scrivevamo nel citato articolo del 1988, ebbe semmai la colpa di aver dato credibilità, avvallo ad un organismo che ne meritava ben poca. La legge 249/97 attribuisce all’Agcom all’articolo 1 comma undicesimo il compito completamente disatteso, di “…curare le rilevazioni degli indici di di ascolto e diffusione dei vari mezzi di comunicazione..” "Ebbene – conclude il sindacato – forse questo è il momento adatto per definire una convenzione con l’Istat – eliminando odiosi favoritismi giocati dietro le quinte – sostenuta economicamente con una piccola parte dell’enorme somma incamerata dall’Agcom mediante la tassazione 1,8 per 1000 applicata ai ricavi complessivi di tutte le grosse attività editoriali".