Pare sia giunta al capolinea l’epopea editoriale di Michela Vittoria Brambilla (foto), cominciata poco meno di una anno fa con il lancio de Il Giornale della Libertà, settimanale che ogni venerdì veniva distribuito in allegato al quotidiano Il Giornale. Al settimanale si era poi aggiunto il canale satellitare La Tv della Libertà, in onda per quattro ore al giorno. Lo scopo della Brambilla era quello di dare voce alla pancia dell’elettorato berlusconiano, trasformando in immagini e parole tutto il rancore nei confronti del claudicante Governo Prodi. Lo sforzo editoriale è stato senza dubbio, a suo modo, immane. La Brambilla, contando su poche ma ben motivate risorse, è infatti riuscita a dar vita ad un esperimento senza precedenti. Questa esperienza subisce ora un brusco stop. Le fonti ufficiali parlano di una “pausa di riflessione”. Sappiamo bene però che cosa queste parole significano nel 99% dei casi… Come in tanti matrimoni, il duo Berlusconi-Brambilla sembra avere perso un po’ di smalto. Gli ambiziosi progetti della rossa più famosa della politica italiana stanno quindi subendo un drastico ridimensionamento. La versione ufficiale è che la nuova fase politica, e gli impegni della Brambilla, neo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, suggeriscono di ripensare il format e la linea editoriale di Giornale e Tv della Libertà. Non è un mistero però che la Brambilla sia invisa a molti degli esponenti di Forza Italia e Alleanza Nazionale. E se prima delle elezioni aveva goduto di un appoggio incondizionato da parte di Silvio Berlusconi, che la considerava un po’ il suo asso nella manica per mobilitare quella parte di elettorato di centro-destra che non veniva raggiunto dai partiti tradizionali della sua coalizione, ora gli equilibri sono cambiati. Una volta vinte le elezioni gli apparati di partito hanno ripreso il loro tradizionale peso e la Brambilla si è vista richiamare all’ordine. La sua buona stella politica si è offuscata nel giro di pochi mesi: voleva un ministero importante e si è ritrovata, all’ultimo giro di valzer, sottosegretario con una delega di secondo piano. La stessa parabola discendente stanno percorrendo le sue ambizioni editoriali: voleva dare voce al fantomatico Popolo della Libertà e si è ritrovata schiacciata tra le varie correnti del partito. Si chiudono i battenti quindi, in attesa di un futuro migliore. Il giocattolino che la Rossa aveva per le mani, pensato per diventare organo ufficiale del partito nuovo, si rivela ora troppo costoso da tenere in vita. La Tv della Libertà in particolare, con le sue quattro ore di produzione al giorno, sembra essere poco sostenibile. Sono in molti a scommettere che a breve farà la stessa fine del Giornale della Libertà. Sarà poi vero? La politica è un mondo strano, dove la parola fine non viene mai scritta e la virtù più grande consiste nel saper aspettare il proprio turno, con caparbietà e saggezza. (Davide Agazzi per NL)