Nonostante di progetti finalizzati a limitare il divario digitale, in Italia, ce ne siano diversi, è cosa nota che il nostro paese si trovi in una situazione di evoluzione tecnologica molto complessa e, allo stesso tempo, molto arretrata. Talvolta, come la stampa del belpaese si appresta a ricordarci con estrema puntualità, anche nei confronti di alcuni paesi asiatici in via di sviluppo. Il digital divide, è una questione che separa in maniera netta i grossi centri abitati dai piccoli comuni, raggiunti, quando va bene, dalle storiche connessioni a 56 K, ma ancora privi di quel fenomenale appagamento della società, noto con il nome di Adsl o connessione via cavo. Ed è proprio questo il motivo per cui a Orsongna, piccola comunità nella provincia di Chieti, l’associazione “moviMenti”, presumibilmente composta da giovani studenti desiderosi di web 2.0, ha manifestato il proprio disappunto per la lentezza del principale operatore di telefonia italiano, installando una mostra di arte contemporanea dedicata alla totale mancanza di banda larga nel loro paese natale. L’iniziativa è stata denominata Progetto 56K, con la dichiarata intenzione di ricordare che la massima velocità della connessione analogica, non è in alcun modo sufficiente a colmare quel gap culturale e tecnologico che sta realmente dividendo un mondo. (Marco Menoncello per NL)