E’ passato poco più di un mese dalle elezioni di aprile e il nuovo corso berlusconiano comincia a farsi sentire un po’ in tutti i campi. Non passa giorno senza che vengano rilasciate dichiarazioni in materia di sicurezza, immigrazione, fannulloni nella pubblica amministrazione, energia nucleare, infrastrutture e via dicendo. Come al solito però, le trattative più importati avvengono sotto traccia. Il centro destra sta infatti lavorando su un aspetto che in molti considerano strategicamente necessario per garantirsi qualche anno di tranquillità: la riconquista della Rai. Si prospetta un valzer di poltrone non indifferente. A cambiare dovrebbero essere sia i direttori di rete che i direttori delle testate giornalistiche. E anche la geografia politica dei programmi di approfondimento sarà rivoluzionata. Salvo una poco probabile tregua Pdl-Pd sul tema dell’informazione, che congelerebbe gli organigrammi per almeno un annetto, sino ad una tanto sospirata riforma della Rai, la prima testa a saltare dovrebbe essere quella di Michele Santoro. Il suo Annozero è considerato troppo di parte e il recente scandalo Travaglio non lo ha certo aiutato a migliorare la situazione. Sono in molti a scalpitare per la sostituirlo ma il timore è che non ci sia qualcuno in grado ricoprire il suo ruolo. Il complesso di inferiorità del centro destra nei confronti dell’egemonia culturale che il centro sinistra esercita sul mondo dell’informazione è noto da tempo. Il timore è dunque che non si riesca a trovare una specie di Floris berlusconiano. I nomi che circolano, da Belpietro a Mazza, passando per Paragone e Masotti, sino ad arrivare a Telese e Facci, non riescono a convincere totalmente. Di ognuno si conoscono pregi e difetti, e proprio per questo è concreta la paura che nessuno riesca a reggere il confronto con Santoro, quanto meno in termini di ascolti. L’attacco a Viale Mazzini sarà dunque portato con passo felpato, perché il minimo errore potrebbe dare origine a polemiche infinite. A questo punto possiamo solo sperare di essere stupiti da qualche volto nuovo. Ingessato com’è il panorama televisivo italiano, una new entry potrebbe fare il colpaccio. Basterebbe forse guardare più alla professionalità che alla colorazione politica e non dovrebbe essere difficile trovare un conduttore di talento tra i tanti giovani giornalisti che ci sono in circolazione. In fondo, per scovare il nuovo Floris potrebbe anche solo bastare il fatto di mettere un giovane professionista nelle condizioni di gestire liberamente un proprio spazio in tv. C’è riuscita La 7 con Ilaria D’amico, perchè non dovrebbe riuscirci la Rai? (Davide Agazzi per NL)