C’è chi tira a indovinare quale sia la data più azzeccata per il definitivo tramonto della stampa. C’è chi preferisce ipotizzare un connubio tra cartaceo e digitale, specificando quale target leggerà l’uno e quale target prediligerà l’altro. C’è chi invece mette un freno ad entrambi, mostrando come giornali e quotidiani riescano ancora a guadagnarsi nuovi lettori. E come siano capaci di mantenere tali quelli presenti nella schiera di pubblico ormai fidelizzato e difficilmente influenzabile da qualsivoglia tecnologia. Si dice che tra due litiganti sia il terzo quello che vince: non è allora un caso che il profilo più attuale della stampa mondiale sia l’ultimo tra quelli qui sopra delineati. A dichiararlo è la Wan (World Association of Newspapers) secondo la quale l’anno scorso i giornali hanno incrementato la propria diffusione in tutto il mondo del 2,6%, raggiungendo una quota di circa 530 milioni di vendite nell’arco del 2007. Senza sommare i dati relativi alla free press che, con un’infiltrazione totale del 7% su tutto il mercato del globo della carta stampata (in Europa si arriva addirittura al 23%), farebbero levitare le copie diffuse sul pianeta fino a circa 570 milioni. Si aggiunga inoltre che, osservando con più attenzione il panorama europeo, l’Inghilterra, complici le ottime strategie che guidano il marketing dei più noti quotidiani, è riuscita ad aumentare i ricavi provenienti dagli introiti pubblicitari in una percentuale del 14%. Una cifra che batte di gran lunga il mercato statunitense e che è seguita, se pur con una certa significativa distanza, dalla sola Germania, altro paese nel quale i giornali dimostrano di avere la “pelle dura”. Questa serie di dati dovrebbero essere integrati con quanto accade ancora in Belgio ai quotidiani locali, che proseguono instancabili, dal febbraio 2007, la causa intentata contro Google. Il motore di ricerca potrebbe infatti risarcire gli editori per aver pubblicato senza permesso esplicito, ne adeguamento pagamento, articoli o link delle notizie ufficiali dei quotidiani online (le cui notizie sono spesso adattamenti dei servizi pubblicati dalle omonime testate su carta). Viene così da pensare che le notizie online non potrebbero esistere senza il corrispettivo su carta stampata, perché verrebbero a mancare quelle che ancora sono considerate le sole fonti ufficiali, dalle quali chi scrive è solito prende spunto per elaborare qualunque altro contenuto sul web. Dunque, a fronte di quanto elaborato dalla Wan e di quanto rilevato in Europa, chiedersi come e quando è stato pronosticato il tramonto dei quotidiani è legittimo. Considerata inoltre l’affidabilità di norma attribuita alla stampa, sembra ancora lontano, molto lontano, quel giorno in cui le notizie liquide soppianteranno quelle di carta. (Marco Menoncello per NL)