L’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Minitsri annuncia che se sarà rieletto ripresenterà il ddl al Parlamento all’inizio della prossima legislatura.
Nato a Montevideo, capitale dell’Uruguay, laureato in Scienze Politiche, giornalista professionista, Ricardo Franco Levi inizia la propria carriera nella carta stampata sui fogli de “il Sole 24 Ore”, prima di iniziare a collaborare anche con “Corriere della Sera”, “Messaggero”,“Il Giorno” e “La Stampa”. Nel 1991 fonda L’Indipendente, che dirige durante i primi due anni di vita e successivamente diviene fido collaboratore di Romano Prodi, nonché suo consigliere in campo d’editoria ed informazione, cariche che lo spngeranno a seguire il futuro due volte Presidente del Consiglio italiano prima durante il Governo Prodi I, con la carica di portavoce del Governo e poi nella sua esperienza a Bruxelles (come capo della Commissione Europea), come direttore del gruppo dei Consiglieri Politici della Commissione Europea. Durante il secondo esecutivo guidato dal premier uscente, è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria ed autore (anzi, coautore, dato che l’ex Presidente Prodi viene considerato anch’egli coautore del ddl) del discussissimo disegno di legge, denominato “Ammazzablog”, colpevole di voler limitare la libertá di nascita ed espressione dei blog liberi, volendoli imbrigliare nel meccanismo della registrazione al Registro degli Operatori di Comunicazione dell’AGCOM, con susseguente obbligo di nomina di un direttore responsabile di testata e oneri legali a seguito. Complici anche le feroci polemiche seguite alla presentazione, derivanti dal mondo della rete, e le dure prese di posizione da parte di alcuni ministri (Di Pietro e Gentiloni, che hanno fatto di marcia indietro dopo aver ammesso d’aver votato la legge senza leggerla), con la caduta del Prodi bis, il disegno di legge si è definitivamente arenato, anche se Levi promette battaglia anche nella prossima legislatura. “La Commissione europea lo ha esaminato e ha fatto alcuni rilievi sostanzialmente marginali – ha spiegato, in riferimeto al suo ddl – ma nel complesso, soprattutto nella sua parte più innovativa che è quella della rivoluzione del sistema delle provvidenze alle spedizioni postali, è stato considerato addirittura un modello da proporre agli altri Paesi”. “Il disegno di legge – dice ancora – non è andato formalmente in Parlamento, ma informalmente l’abbiamo già discusso due volte nella Commissione cultura addirittura con l’articolato, e c’è stato un apprezzamento da parte di tutti, maggioranza e opposizione. Mi fa pensare che ci siano davvero le condizioni nella prossima legislatura non solo di ripresentarlo rapidissimamente ma anche di vararlo”. Qualora Levi venisse rieletto, quindi, l’Ammazzablog sará definitivamente presentato in Parlamento, magari con una revisione della parte riguardante la rete. (G.M. per NL)