Giornalista, Bonaiuti è stato sottosegretario con delega all’editoria, membro della commissione permanente Cultura, Scienza e Istruzione, attualmente è portavoce del governo.
Giornalista, pubblicitario, laureato in diritto: insomma, uno che si sa vendere bene e che sa vendere bene il proprio prodotto. Paolo Bonaiuti, sessantottenne portavoce del governo Berlusconi IV è una delle figure chiave nello scacchiere a disposizione del cavaliere, uno di quei jolly che si possono giocare nelle occasioni difficili, uno di quei fedelissimi pronti a sacrificarsi per la causa in ogni occasione. Bonaiuti è prima di tutto giornalista. Per quindici anni, infatti, ha lavorato per “il Giorno”, prima come capo del servizio economico, poi come inviato nel campo dell’economia e finanza prima, e del diritto internazionale poi. Nel 1984 è passato al “Messaggero” dove, come inviato ed editorialista, ha girato il mondo raccontando i principali accadimenti internazionali. Parla quattro lingue (inglese, francese, portoghese e spagnolo) ed ha collaborato a lungo con media stranieri, tra cui la Bbc e la radio svizzera italiana. A segnare la sua vita, però, la relazione con Silvio Berlusconi, il suo ingresso in Forza Italia, la militanza e l’appoggio strategico, dal punto di vista della comunicazione, ai governi Berlusconi. La prima volta in Parlamento per Bonaiuti è nel 1996, in occasione del primo governo Prodi. Cinque anni dopo, in occasione del trionfo di Berlusconi del 2001, fa parte del governo con la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, suo campo di battaglia, sia nel governo Berlusconi II sia, dopo il rimpasto, nel governo Berlusconi III. Nella legislatura successiva torna a far parte (dopo esserne già stato parte nella XIII leg.) della Commissione permanente Cultura, Scienza ed Istruzione ed, in più, assume la carica di Vicepresidente della Commissione bicamerale per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Nell’attuale esecutivo ricopre la carica di portavoce del Governo, distinguendosi per i suoi continui tentativi, ai limiti del grottesco, di screditare l’opposizione politica. Bonaiuti, si diceva, è una di quelle pedine fondamentali nello scacchiere berlusconiano, uno di coloro, assieme all’avvocato Ghedini, che il cavaliere manda al fronte nei momenti di difficoltà. (G.M. per NL)