Che succede nel mercato delle radio nazionali?

In questi giorni è un continuo rincorrersi di voci su presunti prossimi colpi di scena


Il (poco) variegato mondo delle radio nazionali italiane potrebbe presto portare delle sorprese.
Da alcune settimane, circolano insistenti voci su imminenti (o quasi) alterazione degli equilibri nei gruppi societari cui fanno capo le più importanti emittenti italiane a diffusione nazionale.
Che Mondadori ambisca ad una presenza nel settore radiofonico di maggior rilievo non è certo un mistero; che abbia condotto trattative per affiancare alla rinnovata R101 un’altra emittente (o addirittura due), è altrettanto risaputo.
Ciò posto, assunta la possibilità che due emittenti nazionali potrebbero essere sul mercato – lasciamo al lettore il non difficile compito di scoprire quali – sarebbe lecito attendersi uno sviluppo nella direzione del gruppo editoriale guidato da Marina Berlusconi.
E invece, e qui starebbe il colpo di scena, a condurre almeno una trattativa ci sarebbe un altro soggetto, interessato ad acquisire una posizione di rilievo nel settore.
Così, mentre all’esterno tutto sembra (ai meno accorti o ai più ingenui) più o meno quieto, dietro le quinte della radiofonia nazionale si negoziano compravendite, si discutono accordi commerciali e si tessono alleanze (spesso a breve termine, in vista di particolari affari).
La sensazione è che si sia prossimi ad un’importante svolta editoriale – commerciale (e forse anche politica) nel mondo radiofonico italiano.
In attesa di poter svelare qualche ulteriore elemento su questi timidi bagliori che luccicano all’orizzonte, diamo il consueto sguardo ai livelli di sviluppo tecnico raggiunto dalle reti esistenti in questi mesi.
La novità più rilevante sembra essere il rallentamento di alcuni soggetti nei lavori di implementazione delle reti di distribuzione del segnale, che da sempre sono considerati interventi imprescindibili per il conseguimento di maggiori ascolti.
A riguardo, mentre galoppano incessantemente RTL 102,5 – che ha concluso sapienti ed importantissime operazioni in tutta Italia, con particolare riferimento al centro e soprattutto al sud – e Kiss Kiss – che a sua volta ha condotto a termine significative acquisizioni impiantistiche in molte regioni italiane ed in particolare in Lombardia e, più recentemente, in Toscana – notiamo un rallentamento di R101, che forse è connesso ad una necessaria fase di digestione a seguito dell’abbuffata di frequenze dell’ultimo anno.
Stand by per Play Radio, i cui scarsi risultati sembrerebbero da ascrivere anche ai gravi deficit di copertura, soprattutto in Lombardia, dove a distanza di anni sono irrisolti i problemi interferenziali che ne affliggono il segnale primario da Valcava (nella cerchia milanese l’ascolto della radio RCS è spesso addirittura impossibile).
Timidi segnali di miglioramento per la diffusione di Radio Deejay nel nord Italia non compensano però le enormi problematiche interferenziali che tormentano le altre due emittenti di Elemedia e, in special modo, Radio Capital.
Buona l’attività svolta invece per migliorare la diffusione di Radio 105 e, seppur in misura minore, di RMC, stazioni facenti capo al gruppo Finelco di Alberto Hazan.
Stabile la presenza di Radio Maria, che certamente non ha sofferto della perdita dell’impianto 88,5 da Valcava, andato a rafforzare la rete di Radiodue, che da tempo necessitava di un sussidio all’antico segnale da Monte Penice.
Stallo ormai secolare per Radio Radicale e strategia (?) incomprensibile per RDS, che incredibilmente sembra non essere ancora riuscita a razionalizzare le (certamente buone) risorse radioelettriche recentemente acquisite.
Movimenti quasi a livello zero anche per Radio 24 che pure dovrebbe conseguire una migliore illuminazione in territori essenziali (in termini demografici e commerciali) per la particolare utenza.
Vivace, per contro, Radio Padania i cui microimpianti, tuttavia, non consentono alla rete di Bossi di raggiungere livelli di illuminazione sufficienti a conferirle lo status sostanziale di rete nazionale.
Sempre al palo, invece, Radio Italia, probabilmente l’unica rete musicale a presentare ancora falle nella copertura di importantissime aree del nord Italia.

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