Probabilmente si tratta della celebrazione di quella particolare predisposizione, tutta italiana, di sapersi arrangiare. Ma che sia o meno questa la vera motivazione alla base di un successo così evidente, non si può certo dire che il popolo della nostra penisola non sappia usare internet a proprio vantaggio. Secondo una recente indagine condotta da Research International, ci sarebbero almeno 16 mila italiani tra di noi che fanno dell’e-commerce una fonte di reddito – 14 mila solo su eBay – primaria o secondaria, ma comunque caratterizzata da entrate piuttosto regolari e che sicuramente fanno la differenza nell’ammontare mensile di entrate di una famiglia. Di questa folta schiera circa 2 mila internauti sono dipendenti di una Pmi che opera esclusivamente sul web. I dati sono decisamente interessanti, soprattutto se considerati in relazione ai risultati di un’analoga ricerca effettuata nel 2006, che vedrebbe addirittura raddoppiare la percentuale di popolazione attivamente impegnata in attività di e-commerce. Attualmente le stime parlando di circa 4.500 imprese individuali e 2 mila Pmi presenti sulla popolosissima community di eBay. Inoltre il 17% dei titolari della Pmi citate avrebbero abbandonato definitivamente la loro prima professione per dedicarsi all’attività di commercio elettronico a tempo pieno. Naturalmente viene da pensare a quali possano essere i reali vantaggi di una simile avventura elettronica: le risposte più comuni sono l’aumento dei volumi di vendita, il progressivo miglioramento della redditività e per finire, la possibilità di raggiungere clienti internazionali davvero ovunque, senza la necessità di avere sedi in un qualunque stato estero. Cosa si vende? Per la maggior parte materiale elettronico come cellulari, tv, palmari e computer. (Marco Menoncello per NL)