Tanti, tantissimi impianti da contare.
E’ questa la principale scadenza che affligge gli editori televisivi (per ora), chiamati dall’Agcom a fornire informazioni estremamente dettagliate relativamente ai propri diffusori, entro il termine del 15 novembre p.v.
La genesi dell’intervento della P.A. è nota: non esisteva allo stato un data-base pubblico dell’assetto radioelettrico italiano pienamente affidabile; e tale situazione, francamente, non era più accettabile (si pensi all’ennesima figuraccia effettuata dalle nostre rappresentanze a Ginevra).
Allo stesso tempo, occorreva la creazione di un catasto flessibile, aggiornabile in tempo reale, affinché fosse consentito, all’occorrenza, modificare i dati in conseguenza di autorizzazioni rilasciate dalla P.A. o dalla A.G. (che ha ancora competenza suppletiva sulla questione).
Paradossalmente (ma non troppo), l’unico data-base attualmente disponibile è quello del sito OTG-Tv, curato con puntualità estrema dall’amico giornalista Oliviero Dellerba. Non è quindi un caso che tale banca dati sia oggi la più consultata dagli operatori, che la ritengono sufficientemente aggiornata ed affidabile. Prova ne è che i dati di OTG-Tv finiscono sempre più spesso sui tavoli degli Ispettorati territoriali o dei C.T.U. nei numerosissimi procedimenti giudiziari civili in essere tra emittenti, soprattutto in Lombardia.
Orbene, secondo OTG-Tv, gli impianti tv da censire dovrebbero essere oltre 24.000 (almeno questi sarebbero quelli effettivamente attivi).
Un numero rilevante (soprattutto se riferito alle poche migliaia di frequenze assegnate all’Italia dalla Conferenza di Ginevra….), che conduce ad un’altra riflessione: dopo una approfondita analisi è emerso che, stante la formulazione del software reso disponibile dall’Agcom per l’espletamento degli incombenti di specie, l’inserimento dei dati per ogni impianto dovrebbe comportare (in una visione peraltro ottimistica) due/tre ore di lavoro (al netto della ricerca delle informazioni) per un tecnico esperto. Una situazione francamente ingestibile, tanto che la struttura Consultmedia (collegata a questo periodico) alla quale sono giunte richieste di assistenza (allo stato) per circa 1.500 impianti, sta studiando da qualche giorno la possibilità di informatizzare l’inserimento dei dati nel data-base attraverso un software che interagisca con quello reso disponibile dall’Agcom.
Insomma, un autunno caldo, caldissimo quello che impegnerà le emittenti tv, cui, presumibilmente, farà seguito un afoso inverno per la radio. (NL)