Radio Radio, la prima emittente talk in Italia, nata verso la fine degli anni Ottanta (sulle ceneri di Radio Roma Nord) con una chiara vocazione alla sperimentazione (forse prima ancora di Isoradio, sperimentò l’informazione autostradale creando un network seminazionale sulle principali arterie da Roma a Milano, che purtroppo sfiorì prematuramente), ha infine deciso di provare a vedere cosa accade arricchendo l’audio di immagini, e lo fa sul canale Sky 915, continuando a trattare di temi sportivi e d’attualità. Nelle intenzioni dell’editore Fabio Duranti, intervistato da Tgcom, con Radio Radio Tv – è questo il nome del nuovo canale – si vuole puntare ad ottenere lo stesso grande successo dell’omonima emittente radiofonica, che nell’arco di due decenni è riuscita a raccogliere un vasto ed affezionato pubblico, superando ogni aspettativa efacendo spesso invidia a molte sue concorrenti (solo recentemente ha deciso di partecipare ad Audiradio, che fino ad allora aveva snobbato senza ripercussioni sulla raccolta pubblicitaria). Nel far questo, ancora una volta avrà un ruolo fondamentale l’interattività col pubblico e la pluralità delle opinioni provenienti sia da giornalisti esperti sia dagli esponenti del mondo sportivo, specie calcistico. Si può “contribuire a migliorare il panorama televisivo italiano – aggiunge Duranti – con un progetto di comunicazione televisiva nuovo che possa essere libero, alternativo e davvero indipendente”. In questa ottica, nella programmazione di Radio Radio Tv, nella quale presto verrà trasferito tutto il palinsesto radiofonico non solo sportivo, è stata bandita ogni pubblicità non etica. In altri termini, l’ottenimento del codice Sky, che peraltro ha subito non pochi ritardi (determinando anche un duro contenzioso con la piattaforma di Murdoch), non significa rinuncia a quella indipendenza economica che è garanzia di correttezza dell’informazione. Intanto, per l’emittente radiofonica sembrerebbe essere in programma un potenziamento sul web, dove la sua presenza è limitata allo streaming del segnale radio e poco altro. La storia italiana ha dimostrato che gli editori radiofonici che hanno tentato la via televisiva non sono stati molto fortunati. Tuttavia, sul format Radio Radio, agli esordi, pochi scommettevano. Vedremo quindi se anche questa volta Duranti saprà invertire la tendenza. (Mara Clemente per NL)