da Franco Abruzzo.it
Roma, 4 dicembre 2007. “Il danno lamentato dall’ appellante non può essere qualificato come grave e irreparabile in quanto la ‘situazione di disagio’ e i ‘gravi pregiudizi che la gestione dell’ Azienda viene a subiré prospettati nell’ atto di appello, non appaiono dipendere dalla sostituzione di un solo componente di un organo collegiale formato da nove componenti”. E’ uno dei passaggi centrali dell’ ordinanza con la quale la quarta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Cossu, ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar che ha ritenuto illegittima la revoca del consigliere del Cda Rai Angelo Maria Petroni, disponendone il reintegro. Nell’ ordinanza, con la quale è stato bocciato l’appello proposto dalla Presidenza del Consiglio e dal ministero dell’ Economia, si spiega inoltre che “le complesse questioni di diritto prospettate nell’atto di appello – ivi compresi i profili relativi alla giurisdizione del giudice amministrativo – necessitano di approfondimenti e riscontri non praticabili nella presente fase cautelare”. (ANSA).
LEGALI PETRONI, PUO’ RIENTRARE SUBITO IN CDA
Roma, 4 dicembre 2007. Ora che il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar del Lazio che ne ha ritenuto illegittima la revoca dal cda Rai, “Angelo Maria Petroni può rientrare subito nel consiglio di amministrazione”. A sottolinearlo è il legale di Petroni, Filippo Satta. “Non credo affatto che sia necessaria una nuova assemblea dei soci – spiega Satta – per reintegrare Petroni. Dal momento che il Tar ha annullato l’atto preliminiare, cioé la decisione del ministro di revocare il consigliere, cadono tutti gli atti consequenziali. Quindi Petroni può rientrare a Viale Mazzini già domani, quando notificheremo alle parti la pronuncia del Consiglio di Stato”. (ANSA).
PETRONI: TUTTE LE TAPPE DELLA VICENDA.
Roma, 4 dicembre 2007. Ecco le principali tappe della vicenda che riguarda Angelo Maria Petroni, il consigliere nominato nel 2005 dall’allora ministro Domenico Siniscalco come suo rappresentante in cda e rimasto al suo posto nonostante il cambio di governo fino al 10 settembre di quest’anno, quando gli é stato revocato il mandato ed è stato sostituito con Fabiano Fabiani. – 11 MAGGIO – Dopo mesi in cui la politica chiede l’intervento dell’azionista per trovare una soluzione alla crisi del vertice Rai, il ministro Tommaso Padoa-Schioppa comunica al premier Romano Prodi che si è interrotto il rapporto di fiducia con Petroni e chiede la convocazione dell’assemblea per la revoca. – 16 MAGGIO – In commissione di Vigilanza, Padoa-Schioppa spiega i motivi della sua decisione e va oltre. “Se la Rai fosse stata assoggettata al semplice regime civilistico – dice – avrei assunto la decisione della revoca nei confronti dell’intero consiglio”. Lo stesso giorno si svolge il Cda che fissa l’assemblea per il 4 o 5 giugno e che poi, andata una prima volta deserta per l’incertezza della situazione, viene fissata all’11 giugno. – 7 GIUGNO – La terza sezione ter del Tar del Lazio, alla quale Petroni ha presentato ricorso, sospende le procedure di revoca del consigliere: viene così vanificata l’assemblea della società. Già il 29 maggio, il presidente della terza sezione ter del tribunale amministrativo, Francesco Corsaro, aveva accolto con decreto presidenziale la richiesta di Petroni. – 4 LUGLIO – L’Avvocatura dello Stato notifica alle parti di aver impugnato di fronte al Consiglio di Stato la decisione del Tar di sospendere la procedura di revoca di Petroni. La richiesta è avanzata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero dell’Economia: in sostanza, il governo chiede ai giudici di Palazzo Spada di sbloccare le procedure di esclusione di Petroni dal cda e di consentire lo svolgimento dell’assemblea Rai per la revoca del consigliere. – 1 AGOSTO – La IV sezione del Consiglio di Stato accoglie il ricorso avanzato da Palazzo Chigi e dal ministero dell’Economia Dando di fatto il via libera alla convocazione dell’assemblea. – 2 AGOSTO – L’azionista invia per la seconda volta a Viale Mazzini la richiesta di fissare l’assemblea. Il presidente Claudio Petruccioli convoca il cda l’8 agosto. – 8 AGOSTO – Il cda va a vuoto: per due volte manca il numero legale. Petruccioli decide di riconvocarlo per il 20 agosto, con lo stesso ordine del giorno: convocazione dell’assemblea della società chiesta dall’azionista. “L’omessa convocazione dell’assemblea degli azionisti – ricorda l’azienda – è punita con sanzioni amministrative” a norma del Codice Civile. – 20 AGOSTO – Assenti tutti i consiglieri Cdl, in cda manca ancora il numero legale. Tocca così al collegio dei sindaci convocare l’assemblea, per il 10 e 11 settembre. Lo stesso giorno, i legali di Petroni chiedono nuovamente al Tar una sospensiva d’urgenza dell’assemblea, contestando il fatto che l’azionista l’abbia chiesta senza tener conto del fatto che negli ultimi due mesi il cda Rai abbia funzionato regolarmente. Il 31 agosto il Tar respinge l’istanza e fissa la trattazione del merito all’8 novembre. – 5 SETTEMBRE – A cinque giorni dall’assemblea, la Cdl in Vigilanza fa l’ultimo tentativo di bloccare la revoca di Petroni ma senza esito. Padoa-Schioppa, convocato in Commissione, rimanda a dopo l’assemblea per impegni inderogabili. – 10 SETTEMBRE – L’assemblea dei soci revoca il mandato di consigliere a Petroni e nomina al suo posto Fabiano Fabiani su proposta del ministero dell’Economia. – 26 SETTEMBRE – La Vigilanza decide all’unanimità di elevare davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzioni nei confronti del ministro dell’Economia in merito ai poteri di revoca del Cda di Viale Mazzini. – 16 NOVEMBRE – Il Tar – che l’8 novembre si era riservato di decidere – accoglie il ricorso di Petroni e di fatto lo reintegra nel cda. Lo stesso giorno l’azionista annuncia il ricorso al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva d’urgenza della sentenza del tribunale amministrativo. (ANSA).