Le case discografiche, date per spacciate una decina di anni fa, tornano a sorridere. Secondo il Global Music Report 2018, il mercato discografico globale ha segnato un incremento del 8,1% nel 2017, che si conferma il terzo anno consecutivo di crescita dal lontano 1997. Ma la notizia non sta tanto nella ripresa di un comparto che sembrava destinato alla sopravvivenza solo attraverso un pauroso ridimensionamento, quanto nel fatto che a trainare è la musica sul web, alias lo streaming. Cioè proprio l’ambiente ritenuto colpevole di aver distrutto il mercato discografico attraverso una pirateria incontrollata.
Sulla base di tale osservazione era partita una guerra senza frontiere delle majors verso le piattaforme accusate di favorire il file sharing o comunque la diffusione di musica non controllata.
Da subito avevamo evidenziato come la caccia alle streghe non fosse la soluzione al problema: non era il web la causa del male, ma l’uso che se ne faceva. Dall’una e dall’altra parte, beninteso.
Alla fine ha prevalso da parte dei discografici la constatazione che i cambiamenti non si combattono, ma si cavalcano. E così Internet, da nemico, è diventato alleato.
Ciò dovrebbe insegnare molto a quelle aree di mercato sollecitate dai profondi cambiamenti strutturali determinati dall’esplosione dell’online.
Siamo in sella ad uno dei momenti più entusiasmanti del progresso tecnologico. Sta solo a noi montarlo evitando di essere disarcionati.