”Domani faro’ il titolo piu’ semplice della mia vita: ‘Sallusti va in galera”’. E’ quanto ha detto Alessandro Sallusti al termine del suo collegamento con la trasmissione di Mediaset ‘Pomeriggio cinque’.
”Ho appena annunciato ai miei giornalisti che stasera mi dimetto”. ha aggiunto Sallusti. ”Mi rifiuto di essere rieducato da qualcuno, credo che l’affidamento deve avvenire per qualcuno che spaccia droga magari anche per qualche politico che ruba”, ha detto il direttore del Giornale, spiegando di non avere intenzione di chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Il ministro della Giustizia Paola Severino non commenta la sentenza della Cassazione sul direttore del Giornale, ma ribadisce ”la necessità di intervenire al più presto sulla disciplina della responsabilità per diffamazione del direttore responsabile”. Con una nota dell’ufficio stampa della Suprema Corte, la Cassazione ritiene che ”e’ opportuno precisare” aspetti del ‘caso Sallusti’ ”non esattamente evidenziati dalla stampa nei giorni scorsi”. Per prima cosa la falsita’ della notizia contenuta nell’articolo anonimo attribuito a Sallusti. La Cassazione ha confermato la condanna a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata nei confronti del direttore del Giornale Alessandro Sallusti. Il ricorso del giornalista è stato rigettato. La V Sezione Penale ha inoltre condannato Sallusti alla rifusione delle spese processuali, a risarcire la parte civile e a pagare 4.500 euro di spese per il giudizio innanzi alla Suprema Corte. E’ stato così confermato il verdetto emesso dalla Corte d’Appello di Milano il 17 giugno 2011. Ci sarà, invece, un nuovo processo per il cronista Andrea Monticone imputato insieme a Sallusti. La decisione su dove e come il giornalista dovrà scontare la pena, passa nelle competenze della magistratura di Sorveglianza di Milano. Lo si è appreso da fonti della stessa Cassazione. Al Tribunale di Sorveglianza i legali di Sallusti potranno chiedere le misure alternative al carcere. La decisione su Alessandro Sallusti è "sconvolgente", per il segretario Fnsi Franco Siddi. "E’ una norma illiberale nell’ordinamento di paese dalla costituzione democratica – aggiunge Siddi all’ANSA – che sconfigge e mortifica la libertà di espressione, e priva un uomo della libertà personale. I giornalisti sapranno dare una risposta unitaria e straordinaria, oggi dobbiamo sentirci tutti condannati come Sallusti". (ANSA)