Breve riassunto delle puntate precedenti. A seguito di una segnalazione di questo periodico scoppia il caso “soglia”, cioè la decisione del Comitato tecnico della società privata che cura le indagini radiofoniche in Italia (NB: avanti al quale siedono anche i rappresentanti delle emittenti locali) di alzare la soglia di rappresentatività da 24 a 30 casi, cioè il numero minimo di ascolti che consente di accedere alla classifica e quindi di far parte delle pianificazioni pubblicitarie di spessore, di fatto escludendone molte.
Le stazioni locali medio-piccole (non necessariamente per dimensione aziendale, ma generalmente per bacino demografico di riferimento) protestano. Il primo sindacato di categoria a prendere posizione è la REA, che invia esposti ad Antitrust ed Agcom. Si accodano altri che ci segnalano di essere intervenuti anch’essi presso Agcom. L’Antitrust acquisisce agli atti la denuncia della REA e altrettanto fa Agcom, che fissa audizioni a riguardo. REA rende noto i contenuti dell’incontro avanti all’Autorità per le comunicazioni, ma precisa di non nutrire grandi speranze, sicché promuove una forte azione di protesta. Nulla invece viene reso noto dalle altre rappresentanze, che pure dovrebbero essere state ascoltate.
Intanto le stazioni locali sono rassegnate. E deluse.