Si è svolta ieri l’audizione dell’associazione presso l’Autorità per le comunicazioni
"Non siamo soddisfatti dell’Autorità riguardo alla vigilanza sul metodo delle indagini di ascolto svolte da Audiradio. Calabrò deve comprendere che l’emittenza locale è a rischio di estinzione se non intervengono le Istituzioni per bloccare quel mostruoso processo di assorbimento messo in atto dalle Reti Nazionali attraverso la gestione Audiradio delle indagini di ascolto per conto delle emittenti radiofoniche locali", ha dichiarato il presidente REA dopo l’incontro.
"Non intervenire in tal senso significa tradire i principi di libertà a comunicare in modo pluralistico dettati dalla Costituzione e più volte riaffermati dall’Alta Corte. Staremo a vedere quale decisione finale l’Autorità prenderà su Audiradio, ma non siamo ottimisti e ci stiamo preparando per una lunga battaglia in difesa del nostro diritto ad esistere almeno quanto e come le altre imprese editoriali del Paese”, ha concluso Antonio Diomede.
Le proposte della REA all’autorità sono state le seguenti:
1) le indagini di ascolto delle locali non devono più essere effettuate da Audiradio ma esclusivamente dall’Autorità così come prevede la legge 249/97 e la Delibera n. 85/06;
2) nel periodo transitorio (massimo due anni) Audiradio può svolgere le indagini di ascolto per conto delle radio locali su specifica commissione dell’Autorità la quale provvede alla raccolta delle iscrizioni, alla determinazione del metodo di indagine, alla stesura e pubblicazione dei dati;
3) l’Autorità, in attuazione della Delibera 85/06, deve provvedere alla nomina di un suo rappresentante nel Comitato Tecnico di Audiradio in funzione di controllo sulla metodologia utilizzata e di vigilanza sulla gestione e manipolazione dei dati ricavati dalle indagini sia delle locali nel periodo transitorio, sia delle nazionali.
"Le posizioni della REA sono chiare e trasparenti come l’acqua per la bontà delle quali, con matematica certezza, si ritroveranno tutte le emittenti senza distinzioni di appartenenza associativa o di posizione geografica", dichiara sul proprio sito l’associazione a riguardo delle proposte avanzate.
"Non intervenire in tal senso significa tradire i principi di libertà a comunicare in modo pluralistico dettati dalla Costituzione e più volte riaffermati dall’Alta Corte. Staremo a vedere quale decisione finale l’Autorità prenderà su Audiradio, ma non siamo ottimisti e ci stiamo preparando per una lunga battaglia in difesa del nostro diritto ad esistere almeno quanto e come le altre imprese editoriali del Paese”, ha concluso Antonio Diomede.
Le proposte della REA all’autorità sono state le seguenti:
1) le indagini di ascolto delle locali non devono più essere effettuate da Audiradio ma esclusivamente dall’Autorità così come prevede la legge 249/97 e la Delibera n. 85/06;
2) nel periodo transitorio (massimo due anni) Audiradio può svolgere le indagini di ascolto per conto delle radio locali su specifica commissione dell’Autorità la quale provvede alla raccolta delle iscrizioni, alla determinazione del metodo di indagine, alla stesura e pubblicazione dei dati;
3) l’Autorità, in attuazione della Delibera 85/06, deve provvedere alla nomina di un suo rappresentante nel Comitato Tecnico di Audiradio in funzione di controllo sulla metodologia utilizzata e di vigilanza sulla gestione e manipolazione dei dati ricavati dalle indagini sia delle locali nel periodo transitorio, sia delle nazionali.
"Le posizioni della REA sono chiare e trasparenti come l’acqua per la bontà delle quali, con matematica certezza, si ritroveranno tutte le emittenti senza distinzioni di appartenenza associativa o di posizione geografica", dichiara sul proprio sito l’associazione a riguardo delle proposte avanzate.