Caso Rignano, il Garante vieta la diffusione del video

Nel servizio, andato in onda ieri sera, frammenti dell’incidente probatorio e della perizia psicologica che ha avuto luogo il 12 luglio scorso. Secondo i legali dei familiari i bambini erano riconoscibili


da ADN Kronos

Il Garante per la Privacy avvia un’istruttoria

ascolta la notizia Roma, 19 giu. (Adnkronos/Ign) – Il Garante della privacy ha vietato alla società Rti spa la diffusione di dati personali concernenti i bambini della scuola materna “Olga Rovere” di Rignano Flaminio che potrebbero aver subito abusi sessuali. “I bambini, ripresi nel filmato della perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli trasmesso ieri sera dal Tg5, risultano, infatti, identificabili a causa -si legge in una nota del Garante- di riprese chiare e ravvicinate, anche tenuto conto del ristretto contesto sociale nel quale i bambini vivono”.

Oggi intanto è stato sequestrato dai carabinieri del nucleo operativo di Roma su disposizione della procura di Tivoli

Nel filmato frammenti dell’incidente probatorio e della perizia psicologica che ha avuto luogo il 12 luglio scorso. Secondo i legali dei familiari nel video i bambini erano riconoscibili.

Il Garante per la Privacy ha avviato un’istruttoria sul video. Ad annunciarlo è stato lo stesso Garante precisando che personale dell’Autorità si è già recato nella sede del Tg5 per acquisire copia del filmato trasmesso ieri sera.

A sollecitare un intervento del Garante sono stati i legali delle famiglie dei piccoli. ”Ci chiediamo se abbiamo una qualche valenza i richiami del Garante della Privacy a tutela dei minori – hanno detto all’Adnkronos Antonio Cardamone e Franco Merlino, legali delle prime famiglie che hanno sporto denuncia per i presunti abusi subiti dai loro bambini -. Chiediamo un suo intervento immediato e drastico. Denunceremo alla procura di Roma i fatti e la violazione della Carta di Treviso e di tutte le norme poste a tutela dei minori coinvolti in procedimenti penali. Quanto poi a eventuali violazioni del segreto istruttorio ci risulta che tempestivamente il pubblico ministero di Tivoli ha sequestrato il servizio giornalistico per le opportune iniziative. Stupisce la contestualità della fuga di notizie con la conclusione della perizia”.

Poi, in riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal direttore del Tg5, Clemente Mimun, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, secondo il quale ”non c’è nemmeno un’immagine che possa far riconoscere uno dei bambini” i legali affermano: ”Ci chiediamo che filmati abbia visto il direttore Mimun. Abbiamo il dubbio che non li abbia visti dal momento che invece erano riconoscibili. Avrebbe fatto bene a esprimere almeno una parola di scuse per i bambini. Non lo ha fatto nessuno, nessuno ha chiesto scusa”.

Intanto l’associazione genitori di Rignano Flaminio ha chiesto le dimissioni di Mimun e del Garante. “E’ stata una cosa vergognosa, dall’inizio di questa storia non sono mai stati tutelati i bambini, ma adesso basta – ha dichiarato Simone Rocchini, presidente dell’associazione -. A questo punto noi chiediamo, oltre alle dimissioni di Mimun, anche quelle del Garante dell’informazione e della privacy”.

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